Il Festival di Salisburgo sommerso dalle polemiche

La vetrina è sempre la stessa, il festival più importante del mondo, ma dietro la facciata verniciata di glamour e potere, a Salisburgo è polemica. Si sommano critiche all’ingerenza dei politici locali, attacchi di addetti ai lavori, la lobby dei critici che decide chi passa e chi no.
Ha fomentato le polemiche il recente rimpasto ai vertici. Tempo fa, l’attuale sovrintendente, il regista tedesco Juergen Flimm (foto), aveva annunciato di voler lasciare anzitempo per andare alla Staatsoper di Berlino, con Daniel Barenboim. Un paio di mesi fa al suo posto è stato scelto l’austriaco Alexander Pereira, ora a Zurigo. Il via libera a Flimm è giunto solo lo scorso 24 luglio, vigilia dell’apertura del Festival. Il Kuratorium (l’organo politico di controllo) dava l’ok a Flimm. Intanto, riduceva l’organo direttivo da tre a due membri e nominava a sovrintendente interinale (2010-11) l’attuale responsabile dei concerti, Markus Hinterhaeuser.
In parallelo, altre polemiche infuriano dietro le quinte del Festival dei veleni. Critici ed esperti hanno attaccato il Festival (e Flimm) e sparato a zero contro l’ospite d’onore, lo scrittore austrotedesco Daniel Kehlmann. Che si è azzardato a criticare il Regietheater. L’autore del bestseller La misura del mondo ha osato criticare la forma tutta tedesca di fare teatro, in cui la regia prevale sull’opera, dicendo che il Regietheater è l’ultimo residuo dell’ideologia di sinistra e spesso è come un contenitore vuoto. In sala ha incassato applausi, fuori molti gli si sono scagliati contro. Da giorni si legge del dibattito sulla stampa tedesca e austriaca. Si sono pronunciati anche nomi illustri: Gerard Mortier, ex sovrintendente del Festival, l’ex direttore del Burgtheater Klaus Bachler e Martin Kusej, regista austriaco ed ex direttore teatrale del Festival. Pronosticano (chi più chi meno) il declino del Festival.
L’evento di Salisburgo viene spesso messo a confronto con il Festival di Bayreuth in Baviera.

Stesso periodo, seguito dagli stessi critici musicali, ma diverso spirito e atmosfera: a Bayreuth Wagner e a Salisburgo Mozart, a Bayreuth l’eleganza è secondaria e a Salisburgo primaria. Bayreuth registra comunque sempre il tutto esaurito, Salisburgo va bene, ma quest’anno la crisi si sente. Si parla del 5% di biglietti venduti in meno e del 15% di presenze in meno negli alberghi.

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