
Una ricerca sulla tradizione musulmana sufi, un'indagine sulle tendenze alla radicalizzazione nei settori marginali della società contemporanea, ma anche uno studio sul rapporto tra colonialismo e sharia e un progetto dedicato al valore e alla natura degli animali nella tradizione filosofica e letteraria dell'islam.
Si trovano spunti di indubbio interesse ma anche riferimenti apparentemente stravaganti nei progetti (finanziati dall'Ue e condotti dalle università) che ieri sono stati portati sotto i riflettori dall'eurodeputata Silvia Sardone, esponente della Lega, esposta da anni in una dura campagna tesa a denunciare i rischi dell'islam politico.
Di certo, al di là del merito degli studi e delle diverse sensibilità presenti a Bruxelles sul tema della religione islamica, salta agli occhi la cifra - 17 milioni di euro - impegnata a questo scopo dalle istituzioni europee. Alcuni precedenti - in particolare i rapporti sul tema dell'islamofobia - nel recente passato hanno fatto molto discutere, anche per gli interlocutori prescelti. Ed è immaginabile che anche stavolta la destra europea - legata all'idea delle «radici giudaico-cristiane» dell'Europa - darà battaglia. Sardone ieri ha fatto il punto dei progetti, dichiarando che questa analisi «lascia sempre più perplessi» per la modalità «disinvolta» di gestione dei fondi pubblici per «progetti discutibili». A suo dire è «sconcertante questa attenzione anzi oserei dire ossessione per il mondo musulmano». L'esponente milanese della Lega ha anche ricordato che a questi 17 milioni vanno aggiunti i 10 «usati per finanziare, in una partnership di più università, "Il Corano europeo"».
I progetti aperti o da poco chiusi vanno da una ricerca di un'università tedesca sulla «eredità coloniale della sharia» - interamente finanziata dal Consiglio europeo della ricerca con oltre 2,5 milioni - a quella su «Nativismo, islamofobismo e islamismo nell'età del populismo»: intrapreso nel 2019, e finanziato interamente con quasi 2,3 milioni con interviste in 4 Paesi europei, lo studio ha suggerito «un approccio empatico alla radicalizzazione giovanile in Europa», per «comprendere il radicalismo reazionario» e arrivare a un «efficace processo di deradicalizzazione». «Come punto di partenza - si legge - il progetto ha problematizzato la tendenza politica neoliberista a criminalizzare e patologizzare la radicalizzazione riducendo il concetto all'estremismo e al terrorismo», come ha spiegato il ricercatore principale, sottolineando come «contrariamente a questa comprensione, molti giovani sono inclini alla radicalizzazione non violenta derivante da una ricerca più profonda di consapevolezza riflessiva». Un progetto coordinato dalla Sapienza di Roma e appena avviato, invece, si dedicherà alla «comprensione della storia passata per affrontare l'islamofobia del presente», e ha ottenuto «soltanto» 188mila euro. Uno studio di Oxford del 2001 (altri 2,4 milioni) si è chiesto perché le comunità musulmane in Europa e nel Regno Unito» hanno scelto gli orientamenti islamici più conservatori.
Suscita, infine, particolare curiosità lo studio su «Gli animali nella filosofia del mondo islamico»: «Gli animali sono coscienti? - si legge nella scheda - Possono pensare o provare emozioni? E come dovremmo trattarli? Questo progetto porterà alla luce un ricco corpus di testi scritti nel mondo islamico che affrontano proprio queste domande sul valore e la natura degli animali».
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