Firenze capitale della Tavola Latina

Dal 26 al 29 maggio il capoluogo toscano ospita la quarta edizione della rassegna gastronomica che si propone di esplorare le relazioni tra la cucina italiana, quella spagnola e quelle del Centro e Sud Americhe. Un viaggio tra sapori ma anche l’occasione di riflettere sul futuro della nostra alimentazione, stravolta dai cambiamenti climatici e dalla tropicalizzazione del Sud Europa

Firenze capitale della Tavola Latina
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Dimenticate la carbonara, almeno per un attimo. E le cucine della nonna. E preparatevi a fare spazio nel piatto - e nella mente - a ingredienti che finora avevate relegato nella categoria “esotico”. Perché Tavola Latina 2025, in scena a Firenze dal 26 al 29 maggio, promette di non essere l’ennesima sfilata di ceviche e tortillas, ma una riflessione gastronomico-culturale – e pure un po’ climatica – sul cibo che (forse) mangeremo domani. Giunto alla quarta edizione, il festival mette a fuoco quest’anno il mondo vegetale, con un interrogativo tutt’altro che accademico: che cosa succederà alla nostra dieta quando la tropicalizzazione avrà fatto il suo corso anche sulla spesa settimanale? Quando il mango crescerà meglio della mela e la yucca sarà più a km zero dei carciofi romani?

A interrogarsi su questo scenario, tra il distopico e il molto probabile, sarà una squadra di chef dall’animo globetrotter. A partire dal venezuelano Oliver Betancourt (Cuculia), che si alleerà ai fornelli con il messicano Isai Nolasco e il toscano Riccardo Ricci (MotoTaco) per cene a sei mani che promettono più contaminazioni che in una serie Netflix. Ma la cucina, si sa, non è solo cibo: ecco allora le degustazioni a tema, dove il cioccolato Noalya fa coppia con sigari, caffè e liquori dal nome promettente come Yerbito. Il tutto al The Social Hub, nome che suona come un locale berlinese ma ospita, con molta più allegria, metà Sud America. Non mancano incursioni pan-planetarie: come l’appuntamento a quattro mani con la chef argentina-coreana Marina Lis Ra (NaNum, Madrid) al ristorante Hallasan, ennesima dimostrazione che la globalizzazione passa prima per la pancia e poi per l’economia.

Tra i momenti più attesi, il pranzo al Golden View con lo chef stellato Francesco Nunziata (Castello di Fighine), affiancato dal resident chef Andrea Candito e da Briggith Otero Moreno, che con Taskita (Alassio) porta in Liguria un’idea di Sud America decisamente gastronomica e molto poco da cartolina.

Poi c’è la festa, ovviamente: l’opening party al The Lodge Club suona più come un raduno di supereroi della cucina latina – tra cui il peruviano Francys Salazar, il brasiliano Jean Carlo de Lima e il gelato “tropicalizzato” di Cinzia Otri – che come una normale serata fiorentina. E ancora: musica cubana al Daisy’s Restaurant, shakerate tra influencer italo-latine e una tavola rotonda per quelli che, anche parlando di mango e tortillas, non rinunciano all’analisi sociologica. Gran finale con Casa Fundador, giornata tra dibattiti, masterclass e show culinari al Sina Villa Medici, in collaborazione con Gintastico!, magazine che già dal nome fa intuire un certo spirito. Da Milano a Roma, passando per Torino e Veneto, bartender sudamericani mostreranno come si tiene testa al Negroni con qualcosa di più speziato e meno convenzionale.

Insomma, Tavola Latina 2025 sembra dirci che il futuro si costruisce anche a colpi di piatti

nuovi, ingredienti dimenticati e abbinamenti improbabili. E che, forse, il prossimo made in Italy passerà per il mais, la manioca e qualche foglia che oggi ancora chiamiamo “esotica”. Ma che domani potremmo chiamare… contorno.

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