Il Festival della Scienza mostra quanti veleni hanno le bionde

Il Festival della Scienza mostra quanti veleni hanno le bionde

Catrame e Formaldeide. Unire del monossido di carbonio, un po' di Benzene e qualche goccia di ammoniaca; acido cianidrico ben mescolato ad una mistura di cadmio, piombo e cromo. Per finire, due gocce di arsenico. La pozione mortale è pronta e può essere servita.
Si tratta di un laboratorio di chimica? Negativo. La risposta corretta vi stupirà. Si tratta del fumo da tabacco e da sigaretta. Ebbene sì, tutte le sostanze velenose sopra riportate sono contenute nel fumo, anche passivo, che si respira quando qualcuno fuma.
Il Festival della Scienza di quest'anno pone una particolare attenzione verso questa tematica che vede ogni anno morire, per malattie cardiache legate al fumo, un numero di persone pari ai morti dalla bomba atomica di Nagasaki. E così, grazie alla Fondazione Umberto Veronesi, da quest'oggi è possibile visitare gratuitamente (senza nemmeno avere il pass del Festival) lo stand interattivo installato in Piazza San Lorenzo. Proprio davanti alla Cattedrale, quasi fosse un segno: l'attenzione della Chiesa per l'uomo è anche l'attenzione della Scienza.
Anche se l'inizio non è stato dei migliori: ieri mattina un gruppo di ragazzi si è messo provocatoriamente a fumare proprio davanti al cartello «No Smoking, Be Happy», cartello che poco dopo è stato pure abbattuto dal vento tra le risate di quegli stessi provocatori che, forse, non sono ancora entrati nel clima del Festival. Se avessero fatto visita allo stand (visite guidate ogni 20 minuti, dalle 9 alle 18) avrebbero senz'altro toccato con mano quali sono i danni provocati dal fumo nel nostro organismo. Lo stand è infatti composto da un percorso multimediale e multisensoriale che fa compiere un viaggio dentro le vie aree del nostro corpo: dalla bocca fino agli alveoli polmonari. Oltre a informazioni cognitive, sono offerti stimoli acustici ed olfattivi molto efficaci. Provare per credere. Come ha fatto già ieri Manuela Arata, Presidente del Festival della Scienza: «Io sono fumatrice accanita, ma riconosco che è una schiavitù assurda. A me nessuno ha mai detto da giovane che faceva male... e una volta preso il vizio è difficile lasciare». Arata lancia anche una sfida ai giovani provocatori: «Inutile “tirarsela” per essere bulli, perché è un falso modo di esserlo. Chi smette di fumare dice che si sente meglio, chi deve smettere ha paura di stare male ma non è così. Oggi ci sono moltissimi aiuti, e io per prima voglio testare lo stand della fondazione Veronesi per essere aiutata». E allora come nasce l'idea di questo stand? Lo ha spiegato la dottoressa Giulia Veronesi: «Il 95% delle persone è più felice da quando ha smesso di fumare rispetto a quando era sotto le catene del fumo. Noi dal 2005 siamo attivi con il progetto “Donne contro il fumo” perché abbiamo osservato che le donne sono quelle a più alto rischio e che, purtroppo, nell'ultimo decennio c'è stato un aumento del fumo nel sesso femminile».
Oltre alla presentazione dello stand «No Smoking, be happy», si è tenuta ieri una presentazione più istituzionale presso la sede della la Regione Liguria: è stata occasione per sentire l'impegno unanime verso i fumatori, pari al 22,8% della popolazione ligure (in linea con la media nazionale del 23% al 2009). Il dato significativo emerso è uno: l'età critica per diventare dipendenti dal fumo è quella tra i 15 e i 17 anni. «Se noi potessimo proibire il fumo tra i 15 e i 18 anni, si avrebbero risultati clamorosi nella lotta al tabagismo - ha commentato Piergiorgio Zuccaro (Direttore dell'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell'IIS), aggiungendo una dura stoccata contro la scarsa applicazione delle attuali leggi - Servono dei divieti, delle regole, delle politiche di controllo a fianco di una informazione attenta. Ad esempio il divieto di fumare nei locali pubblici è stato introdotto per evitare che i cittadini fossero inconsapevolmente intossicati dal fumo passivo. Allo stesso modo è proibito vendere sigarette ai minore di 16 anni: ma voi avete mai visto un tabaccaio che non vende sigarette a ragazzini? No, e se succede va sui giornali. La regola non è rispettata!» E a conclusione del suo intervento Zuccaro ha lanciato la forte proposta di un netto rincaro dei prezzi delle sigarette: «I prodotti a basso prezzo incitano all'acquisto. I pacchetti da 10 sigarette a 2 euro, che è il costo di caffè e cornetto, non vanno assolutamente bene.

Bisogna aumentare il prezzo, perché sono un incentivo! E - stoccata finale ai professori - Gli insegnanti dovrebbero dare l'esempio per primi, non fumare neppure nel cortile o sulla soglia dell'atrio: chi fa così è un cattivo maestro».

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