"Fi con Albertini e Moratti ha già vinto. Milano tocca a noi col candidato civico"

Il coordinatore Alessandro Sorte mette in campo il partito. "Un politico favorirebbe la sinistra"

"Fi con Albertini e Moratti ha già vinto. Milano tocca a noi col candidato civico"
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Forza Italia rivendica Milano con un ragionamento che è innanzitutto politico: «Se la Lega vuole il Veneto e Fratelli d'Italia chiede la Lombardia, noi vogliamo essere i protagonisti della partita per la città», mette i paletti il segretario regionale azzurro Alessandro Sorte. La questione è anche tecnica: «Il centrosinistra è avanti nel voto politico, per questo pensiamo che il candidato migliore sia un civico» insiste il deputato, convinto che per vincere il centrodestra debba anche allargare il perimetro della coalizione. «Guardo con favore a un dialogo con Azione».

Onorevole Sorte, su Milano sembra piuttosto impegnato anche il segretario Antonio Tajani.

«Sottovalutare la nostra determinazione nel voler giocare un ruolo nella città di Silvio Berlusconi, sarebbe un errore. Abbiamo sondaggi che ci dicono come la sfida sia difficile, ma anche che rispetto alle europee il consenso del centrosinistra è crollato di una decina di punti: effetti collaterali del disastro sull'urbanistica con una Milano paralizzata che cova malcontento. Si può vincere solo se il candidato arriva dall'area moderata. E noi crediamo che un civico sia più idoneo».

FdI e Ignazio La Russa la pensano diversamente e vorrebbero candidare Maurizio Lupi.

«Posso solo parlare bene di Lupi e rispetto il fatto che il presidente del Senato voglia dire la sua. La nostra riflessione è su una città che ha una base forte di centrosinistra. Davanti alla diminuzione del loro gradimento, non dobbiamo sfidarli sul piano politico andando a scomodare un leader nazionale. Noi ragioniamo sul blocco del Nord: la Lega vuole tenere il Veneto e FdI rivendica la Lombardia. Nel gioco degli equilibri e a livello di pesi, Forza Italia ha tutte le ragioni per voler essere regista di queste comunali».

Alle scorse elezioni con un civico non è andata benissimo. Che profilo servirebbe?

«Una persona a cui affideresti le chiavi della città. Le ultime volte che abbiamo vinto a Milano è stato grazie a due civici scelti da Forza Italia, Gabriele Albertini e Letizia Moratti: due profili con competenze manageriali fortissime. Se due politici si scontrano, dobbiamo tenere conto del fatto che il centrosinistra è avanti nel voto politico. Perché dobbiamo andare su quel binario?».

Forza Italia ha i numeri per essere protagonista?

«Intanto, entro la fine di maggio concluderemo la nostra fase congressuale. Nel giro di due anni in Regione abbiamo eletto prima tutti i segretari provinciali e poi quelli comunali, chiudendo un cerchio importante sull'organizzazione. Oggi siamo un partito che in Lombardia ha una struttura capillare. A questo si aggiunge la nostra crescita di consenso nei capoluoghi e di presenze istituzionali, dal Pirellone al Comune di Milano».

In città si è trovata una quadra con i congressi?

«In tutti i 300 svolti negli ultimi 24 mesi, nei casi dove c'erano più mozioni c'è stata un'affluenza altissima, quasi dell'80 per cento. Il confronto aumenta la partecipazione. A Milano stiamo per votare tutti i segretari dei nove Municipi. Con la segretaria Cristina Rossello abbiamo trovato una sintesi unitaria e l'11 maggio, in una kermesse a cui parteciperà tutto il partito, lanceremo con forza la nostra proposta per la città sulla quale sta lavorando il Tavolo Milano coordinato da Letizia Moratti».

Anche in Regione vi siete presi il vostro spazio e ogni tanto avete anche marcato le distanze dalla Lega.

«Ognuno ha le sue identità. Ma gli unici che non si rinforzano sono all'opposizione, visto che perdono costantemente pezzi. Non si sono mai visti blocchi di minoranza che entrano in maggioranza. E il gruppo di Forza Italia nei prossimi mesi avrà ulteriori adesioni».

Proprio dall'opposizione al Pirellone potrebbe arrivare il candidato sindaco del centrosinistra per Milano, Pierfrancesco Majorino.

«Majorino è identitario ed è in grado di mobilitare l'elettorato di sinistra, non va sottovaluto. È sbagliato pensare che una sua candidatura sia debole. Al tempo stesso Majorino è anche assolutamente battibile. Rispetto alla sua visione di Milano, non c'è niente di più distante da noi. Ma dobbiamo rispettare un avversario come lui e non dare niente per scontato».

Con una sua candidatura, i riformisti potrebbero fare ragionamenti diversi, come fecero alle scorse regionali.

«Il dialogo con chi oggi sta dall'altra parte, ma da separato in casa e da critico, deve essere obbligatorio.

Nel nostro schema c'è anche la volontà di allargare la coalizione. Dialogheremo con Azione e i suoi rappresentanti, come Giulia Pastorella e con tutte quelle forze politiche moderate che non si rispecchiano più in questa amministrazione».

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