Economia

Fiat, fabbrica indiana al via

da Milano

Ranjangaon atto secondo: il 2 aprile sarà inaugurato lo stabilimento indiano della Fiat. Dalla nuova fabbrica, sorta sulle ceneri di quella aperta nel 1997 e mai entrata in funzione, usciranno i prodotti italiani destinati al mercato asiatico. Ne usufruirà anche l’alleato Tata che potrà integrare la capacità produttiva dell’impianto di Pune. A Ranjangaon la Fiat realizzerà Grande Punto, Linea, la versione rivisitata di Palio, i cambi e i motori delle serie 1.3 Multijet, 1.4 e 1.2, entrambi della famiglia Fire. Per questa joint venture, annunciata alla fine del 2006, Fiat e Tata investiranno oltre 665 milioni. Le prime vetture saranno sfornate già dalla prossima settimana, mentre la joint venture comincerà la produzione di motori e nuovi veicoli gradualmente dall’inizio del 2008.
Ranjangaon atto secondo, dicevamo, per cancellare un passato che ha visto la Fiat commettere non pochi errori in India. A parte la vecchia la fabbrica di Ranjangaon, rimasta inutilizzata per 10 anni a causa dei ridotti volumi di vendita della Palio nel grande Paese, nel 2006 era stata decisa la chiusura di un secondo sito della casa torinese: quello di Kurla, vicino a Mumbai. Lo stabilimento, però, era stato costruito in una zona periodicamente flagellata dai monsoni e dalle alluvioni. Un errore strategico che ha visto l’impianto allagarsi puntualmente e, di fatto, rendersi solo un costo. Ora la svolta: la capacità di Ranjangaon, nello Stato di Maharashtra, è di oltre 100mila auto e 200mila cambi e motori.

Al taglio del nastro ci saranno Alfredo Altavilla (ad di Fpt) e Ferruccio Luppi (capo delle attività industriali del gruppo Fiat).

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