da Milano
La Fiat si prepara a riacquistare azioni fino a 1,4 miliardi (la proposta del cda coinciderà con lassemblea del 5 aprile) mentre gli analisti di Jp Morgan, che hanno incontrato lad Sergio Marchionne nei giorni scorsi, tornano a ipotizzare per il futuro uno scorporo dellAuto e novità in casa Ferrari, per esempio un socio finanziario. Il buy-back, secondo la banca daffari, potrebbe anche preludere a una semplificazione della struttura azionaria che vede, in questo momento, tre tipi di azioni (ordinarie, priviligiate e risparmio). Unipotesi non così tanto remota visto che proprio al Giornale, dal Salone dellauto di Ginevra, lo stesso Marchionne aveva descritto come «anomalia» lattuale struttura azionaria del Lingotto. Di sicuro il buy-back rappresenterà per la Fiat un investimento che porterà a un aumento dellutile per azione (chiusura ieri in Borsa a 18,56 euro con un più 1,23%). Ma torniamo al report: Jp Morgan rileva come la creazione di valore sia la priorità del piano di Marchionne. Per questo motivo le varie divisioni dovranno tutte avere una conformazione che consenta loro di essere redditizie. Sulle attese della Fiat la banca daffari americana non ha dubbi: a tormentare il management torinese è la lentezza con cui le agenzie di rating riconoscono gli importanti risultati conseguiti dal gruppo che, a questo punto, conta di ritornare quanto prima «investment grade». Ed è paradossale che a causare questo ritardo sia il fatto che a un innalzamento del rating della Fiat dovrebbe corrispondere labbassamento del giudizio su gruppi del calibro di Psa o Renault. Una situazione in cui le agenzie faticano a districarsi.
Sempre Jp Morgan, poi, esprime alcuni giudizi su Cnh («continua il miglioramento e la nuova struttura manageriale funziona»), Iveco («è il settore che dà meno problemi al Lingotto, con Marchionne che guarda al mercato Usa dove il gruppo Navistar sarebbe un buon affare per le società europee») e Auto («confermati i forti ordini per Bravo: 12mila a 6 settimane dal lancio»).
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