Fiat rompe l’accordo cinese con Nanjing

Nac rimane un partner di rilievo per i veicoli commerciali

Fiat rompe l’accordo cinese con Nanjing

da Milano

Fiat e Nanjing divorziano, e dallo scioglimento della joint venture nasce un nuovo colosso cinese in grado di competere con i grandi rivali internazionali.
Nanjing Automobile Corporation, infatti, si fonde con la storica rivale Saic Motor che sborserà 2,09 miliardi di yuan (pari a 285,7 milioni di dollari) per le attività di componentistica di Nanjing, produttore del marchio Mg. La Yuejin (casa madre di Nanjing), avrà in cambio 320 milioni di azioni, pari a una quota del 4,9% di Saic Motor, dalla Shanghai Automotive Industry.
La notizia dell’uscita di scena del Lingotto, è stata ufficializzata ieri mattina con un comunicato congiunto in cui si precisa che «al fine di concentrarsi nei rispettivi importanti piani di ristrutturazione del business autovettura in Cina, Fiat e Nac, dopo lunga e attenta valutazione, hanno firmato l’Equity Transfer Agreement relativo all’uscita di Fiat dalla joint venture».
Più che un divorzio, tuttavia, si tratta di una separazione consensuale che non esclude continuità collaborativa tra Fiat e Nac. Infatti, per garantire gli oltre 160mila clienti in territorio cinese, il Lingotto «continuerà a dare per il tempo necessario il supporto tecnico alla rete, e fornirà come in passato parti di ricambio e assistenza post-vendita secondo gli standard più elevati. Fiat garantirà sempre qualità e continuità dell’assistenza in Cina per tutti i suoi prodotti sia esistenti che futuri. Sebbene si interrompa così la cooperazione nel settore delle autovetture - concludono Fiat e Nac - la lunga e positiva cooperazione fra i due gruppi continua a svilupparsi, con grande soddisfazione nel campo dei veicoli commerciali e nella componentistica, rafforzata ulteriormente dall’evoluzione strutturale dell’industria autoveicolistica cinese attualmente in corso».
Per Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, lo scioglimento della joint venture Nanjing-Fiat è «una scelta che ci permette di muoverci in piena libertà per concentrarci sul piano di ristrutturazione del nostro business dell’auto in Cina. Per noi - ha aggiunto Marchionne - il mercato cinese è una tappa fondamentale del progetto di espansione delle attività automobilistiche nel mondo. Nel 2008 inizieremo un intenso programma di importazione di nuovi modelli che saranno venduti dalla nostra rete commerciale, che continueremo a sostenere e con la quale stiamo lavorando con grande impegno per offrire ai clienti prodotti e servizi di ottimo livello».
Tutto questo, secondo Marchionne, consentirà a Fiat «di approfondire ulteriormente la conoscenza del mercato cinese, in attesa di definire la partnership con Chery Automobiles», uno dei più grandi produttori automobilistici cinesi, e con la quale sarà possibile aprire una nuova fase di sviluppo delle attività industriali e commerciali italiane in Cina.

L’impegno in estremo Oriente, dunque, non verrà meno con la fusione Nanjing-Saic (resiste la joint venture con Iveco nei settori dei veicoli industriali pesanti, delle macchine agricole e della componentistica). Di conseguenza, ha concluso Marchionne, «i nostri business in Cina non potranno che rafforzarsi ulteriormente».

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