(...) a farsi dare degli «irresponsabili», per aver organizzato una manifestazione con 500 persone e tante adesioni «a distanza». A criticare liniziativa è stato domenica scorsa (sulle pagine del Giornale) il senatore Giorgio Bornacin, coordinatore metropolitano del Pdl, uomo tutto di un pezzo che della fedeltà a Berlusconi, e al nuovo leader del Pdl Angelino Alfano, ha fatto un punto di onore. Fino a scambiare - forse - una manifestazione come quella organizzata dagli «Amici del Giornale», come una insurrezione.
Chiarisce Plinio: «Ma no! Anche noi siamo con Berlusconi, tantè vero che le parole che ha detto domenica a Verona, sul fatto che pur in presenza del governo Monti siamo già in campagna elettorale, ci confortano proprio sulla nostra iniziativa di venerdì al teatro della Gioventù». Plinio, responsabile per il Pdl della sicurezza, resta certo della bontà dellidea di riunire gli elettori del centro destra a di far sentire le loro voci: «Più passano i giorni e più mi convinco che abbiamo fatto bene», dice. E continua: «Cè una grande voglia della base del Pdl di partecipare, di reagire, ma sempre e soltanto per dare sostegno a Silvio Berlusconi che mi sembra che giudichi questo governo un passaggio doloroso e a tempo». Dello stesso parere Marco Melgrati, uno dei tre «tenori» che sul palco del Teatro della Gioventù, le hanno cantate al governo Monti. «Berlusconi sostiene le stesse cose che abbiamo detto noi - spiega il consigliere regionale del Pdl -, E mi fa piacere semmai essere irresponsabile come lui». Poi laffondo: «Il problema non siamo certo noi che diamo voce alla gente, ma sono gli infami che hanno cambiato casacca in Parlamento e hanno tradito il voto popolare».
Anche Matteo Rosso, capogruppo regionale del Pdl e tra i papabili a ricoprire il ruolo di candidato sindaco per il centrodestra a Genova, non si tira indietro. «Mi rammarico delle parole del senatore Bornacin, sono dispiaciuto, ma la manifestazione è stato un momento importante per il nostro elettorato e i riscontri ci sono stati». Poi apre a una possibilità. «Se Bornacin ha detto quelle cose in un momento di rabbia, lo può dire, può dire che gli dispiace, che adesso non le direbbe più».
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