«Figli del vento»

Bryce, Venus, Kyowa, Never, Jimena, Tiny.
Sei storie a lieto fine, sei figli del vento sottratti da cuori caritatevoli al loro destino.
Ma chi sono i «figli del vento»? Sono i levrieri, da millenni miti e silenziosi compagni di vita degli esseri umani, gli unici cani rispettati dalla religione islamica per la quale il cane è un essere impuro.
Nel corso dei millenni (i levrieri sono raffigurati in una scena di caccia risalente al 6000 a.C.) non sono mutati e quelli che vediamo ai giorni nostri sono molto simili a quelli che sedevano al fianco dei faraoni dell’antico Egitto, dei re e delle regine del Rinascimento, ma anche dalle persone comuni che trovavano nel levriero un valido aiuto per procacciarsi il cibo (dalla prefazione di Dario Ferrario).
Alcune razze di levrieri, come il greyhound inglese e il galgo spagnolo, sono impiegati nelle corse dei cinodromi e nella caccia a vista.
Il mondo è pieno di cani bisognosi d’aiuto ma la cosa che colpisce di questi levrieri è che ognuno di loro è stato fatto nascere, usato e infine scartato, per andare poi incontro a una tragica fine, trattato peggio del bestiame.
Un numero impensabile di greyhound, in Irlanda e Gran Bretagna, finisce la sua vita sul tavolo da visita di un veterinario che non trova nulla di male a iniettare la miscela letale a un cane divenuto inutile, perché zoppo o perché anziano (magari a cinque anni), mentre i galgo spagnoli finiscono spesso impiccati a una pianta.
Da diversi anni per i figli del vento si sono aperte le porte della speranza. Si tratta di associazioni, come la «European Greyhound Network-Adotta un Levriero», composte da volontari, che offrono una nuova vita a queste splendide creature.
Roberta Mombelloni, autrice di Figli del Vento (Edizioni L’Età dell’Acquario, pagg.142, euro 14), attraverso le storie di alcuni cani salvati e adottati, ci obbliga a riflettere su questo consumismo sfrenato, sull’usa e getta che colpisce questi nostri innocenti «fratelli minori».


Le sue parole sono scritte con il cuore di chi crede che quegli occhi tristi, quelle code abbassate e quel tremore che li perfonde, possano lasciare luogo alla gioia sublime di aver trovato un compagno che li capisca, li rispetti e al quale trasmettere il loro disinteressato e incommensurabile affetto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica