Finalmente i vampiri tornano al loro mestiere: spaventare il pubblico

VeneziaL’effetto del successo della saga di Twilight sta contribuendo a moltiplicare la presenza di vampiri non solo in tv, dove proseguono le serie True Blood e Vampires Diaries, ma anche al cinema dove sono in preparazione riletture in chiave horror di Mezzogiorno di fuoco (High Midnight di Mary Lambert) o trasposizioni letterarie celebri come Abraham Lincoln: Vampire Hunter di Timur Bekmambetov dal romanzo di Seth Grahame-Smith. Anche Johnny Depp diventerà vampiro innamorato per Tim Burton in Dark Shadow da una serie cult anni ’60. Naturale quindi che anche la Mostra di Venezia registri il fenomeno proponendo, fortunatamente fuori concorso, l’horror psicologico The Moth Diaries dall’omonimo romanzo di Rachel Klein dell’interessante regista canadese Mary Harron che in passato ha diretto Ho sparato a Andy Warhol, American Psycho, La scandalosa vita di Bettie Page oltre a molti episodi d’importanti serie televisive come Six Feet Under.
Nel film, che dopo Venezia passerà nella selezione ufficiale di Toronto, la sedicenne Rebecca (l’attrice Sarah Bolger), una ragazza tormentata dal suicidio del padre, inizia il liceo al Brangwyn School, un collegio d’élite femminile insieme all’amica del cuore, la solare e innocente Lucy (interpretata da Sarah Gadon che vedremo nel nuovo film di Cronenberg Cosmopolis). A incrinare l’amicizia ci penserà subito una misteriosa e inquietante ragazza, Ernessa (Lily Cole già scelta da Terry Gilliam in Parnassus - L’uomo che voleva ingannare), che accentra su di sé tutte le attenzioni di Lucy. Il cui corpo, prima giovane, sano e bello si fa via via sempre più emaciato, debole e pallido. Come se qualcuno le succhiasse la vita stessa. Così Rebecca, ossessionata dalla lettura proposta dal bel prof. di inglese di Camilla, il racconto di vampiri di Le Fanu, si insospettisce sempre più delle stravaganze di Ernessa e della consunzione di Lucy, e quando la scuola è sconvolta da morti misteriose, si convince che la rivale sia un vampiro. Tanto che vedrà (o sognerà?) Ernessa aggirarsi di notte sui cornicioni, elevarsi tutta insanguinata nel giardino del college, avere un rapporto sessuale con l’amica...
The Moth Diaries è il classico gotico «college-horror» declinato però tutto al femminile (scrittrice-regista-attrici) con tanto di scene lesbo che non fa mistero di ispirarsi (in alcuni casi con sequenze copiate di sana pianta) a capolavori del genere come Carrie - Lo sguardo di Satana di Brian De Palma o come Rosemary’s Baby di Roman Polanski che - come dice la regista - «usa il genere horror per raccontare una storia più complessa, capace di coinvolgere un pubblico più ampio». Aggiungendo che «in questo film gli elementi soprannaturali sono incardinati nell’esperienza reale di una ragazzina alle prese con l’emergere della propria sessualità e intrappolata in una rete di amicizia ossessiva, gelosia e tradimento». Così è il tema del sangue a legare con un filo - ça va sans dire - rosso tutta la costruzione del film le cui atmosfere ricordano vagamente Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir e Creature del cielo di Peter Jackson: le vene recise del padre suicida, l’epistassi della protagonista, il sangue mestruale.

Metafore, neanche troppo velate, delle paure adolescenziali del «grande mondo del sesso e del maschio», frase che infatti la protagonista legge in un libro. Tutti temi molto cari alla regista canadese che anche nel suo prossimo film dirigerà un altro classico di successo per adolescenti, Wicked Lovely di Melissa Marr edito in Italia da Fazi.

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