da Milano
La Guardia di finanza fa quadrato. E difende sul piano del principio linvio dei questionari ai Lions e Rotary della provincia di Imperia. «È la legge - dicono i militari - a spingerci in quella direzione». Accade tutto dopo la pubblicazione da parte del Giornale della singolare iniziativa del Nucleo di Imperia: la richiesta, club per club, di copie degli statuti, elenchi degli iscritti, quote di iscrizione. Il tutto, «per lavvio di controlli in materia di Irpef». Domande che mettono in subbuglio i tranquilli sodalizi dellultimo lembo di Italia ai confini con la Francia: «Una richiesta del genere - ha spiegato al Giornale Giuseppe Musso, presidente del Rotary di Imperia - pare echeggiare più la filosofia degli stati di polizia».
Che fare? Il tenente colonnello Salvatore Paladini, comandante delle Fiamme gialle di Imperia, precisa. E distingue. Rilancia anzitutto sul piano teorico: «Lattività svolta dai militari di Imperia nasce dalle opportunità offerte dal decreto Visco-Bersani del 4 luglio 2006». Del resto proprio a questa norma si fa riferimento nel questionario. «Larticolo 37, comma 32, lettera A del decreto, autorizza le operazioni avviate in questi giorni». Paladini dettaglia: «Prima era possibile chiedere i dati di un singolo contribuente e poi, nel caso fosse necessario, incrociarli con quelli di tutti gli altri contribuenti in relazione con lui. Insomma, non avremmo potuto inviare, come invece abbiamo fatto, il questionario ai Rotary». E adesso?
«Ora la legge ci dà una mano, proprio perché ci mette in condizione di svolgere azioni esplorative. Liscrizione al club o a unassociazione può essere un parametro utile nelle verifiche sulla capacità contributiva». Tradotto in soldoni, il pagamento di una quota importante può essere, sempre sulla carta, un elemento interessante per i segugi del fisco. Da paragonare a tutti gli altri eventuali dati del redditometro: il possesso di unauto di grossa cilindrata, di uno yacht, di cavalli.
Solo che lingresso in questo mondo non costa poi molto. Fra i 700 e i 1.200 euro lanno. Cento al mese, un po poco per scagliare sospetti. «Se dalla lettura degli elenchi - chiarisce Paladini - dovessero emergere elementi anomali, allora ci metteremo a scavare». Ma è lui stesso il primo a non crederci: «Se è vero che partecipare alla vita del Rotary costa mille euro lanno, allora questo fattore non è utilizzabile».
Comincia la ritirata. Fra le proteste dei presidenti che hanno ottenuto un incontro urgente con i vertici locali delle Fiamme gialle. «Non ho ancora ricevuto una risposta dal Rotary - aggiunge lufficiale - ma se è vero quanto dichiarato dal presidente, i numeri sono modesti. Per altri club però la quota potrebbe essere un indice della capacità contributiva da verificare con altri dati. A volte - è la conclusione - il possesso di beni di lusso si accompagna a redditi molto bassi».
Limpressione è che liniziativa pilota rimarrà tale. Al Comando generale assicurano di non sapere nulla della spedizione esplorativa fra i tavoli dei circoli. Fino a lasciar affiorare un certo disagio: leccesso di zelo può avere un effetto boomerang. Anche perchè pure dal mondo della politica arrivano giudizi negativi: «È sorprendente e sconcertante -afferma leurodeputato di Forza Italia Stefano Zappalà- che la Guardia di finanza di Imperia sia intervenuta sui Rotary. Certamente una tale gravissima azione del potere pubblico merita un intervento altrettanto forte da parte delle istituzioni che, anche alla luce dei contenuti dei trattati internazionali, non possono e non devono tacere».
Per questo Zappalà annuncia una controffensiva: «Presenterò immediatamente uninterrogazione al Consiglio dEuropa e alla Commissione esecutiva su questo gravissimo fatto, certamente dovuto alliniziativa estemporanea di un singolo alla ricerca di pubblicità.
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