«Finanza&Mercati»: Coppola adesso rispetti gli impegni

«Finanza&Mercati»: Coppola adesso rispetti gli impegni

Ore difficili a Editori PerlaFinanza. Oggi il settimanale Borsa&Finanza non è in edicola, così come ieri è avvenuto per il quotidiano Finanza&Mercati. É stata totale, infatti, l’adesione allo sciopero proclamato dal comitato di redazione della casa editrice controllata dalla famiglia Coppola, che nonostante l’impegno assunto col tribunale fallimentare continua a negare la liquidità necessaria per garantire l’attività.
Una decisione difficile per i dipendenti della piccola casa editrice (22 giornalisti e altrettanti impiegati) ammessa lo scorso dicembre al concordato, che sarà sottoposto ai creditori il 20 aprile. «Ma abbiamo dovuto attuare questa protesta - spiega il cdr - come mezzo estremo per far valere le nostre ragioni: non abbiamo ricevuto lo stipendio di dicembre, e i fornitori minacciano di tagliare le consegne; anzi, alcuni l’hanno già fatto». La proprietà non intende versare i 350mila euro, per i quali si è impegnata con il tribunale al fine di garantire l’attività aziendale, fino ad aprile, evidentemente in attesa dell’esito dell’assemblea dei creditori. «Abbiamo chiesto un incontro - continua il cdr -che è stato rifiutato. Esiste, però, una fidejussione da 2,5 milioni a garanzia dell’impegno: anche se non sappiamo come e quando il commissario Carlo Bianco intenda avvalersene. Certamente non crediamo che intenda restare a guardare, visto che il concordato impegna alla continuità aziendale, che a questo punto è gravemente a rischio».
Così potrebbe spegnersi una voce piccola ma indipendente dai grandi gruppi e perciò assai significativa del giornalismo finanziario, già duramente provata dalle vicende che hanno coinvolto il gruppo Coppola.

L’immobiliarista, peraltro, si è ormai lasciato alle spalle la stagione dei «furbetti del quartierino»: ha concluso un accordo con il Fisco da 198 milioni, e dopo un lungo stop anche il cantiere di Porta Vittoria, il quartiere residenziale nel cuore di Milano, è ripartito, dopo la ristrutturazione del debito da 400 milioni. Ma per la casa editrice tutto tace.

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