Roma - "Abbiamo preparato tutto bene, per domani sono fiducioso". Così Romano Prodi sulla legge finanziaria al Senato. Sull’emendamento che ha visto il governo battuto stamani, il premier sottolinea: "Non mi sembra un elemento straordinario". Poi commenta l’allarme lanciato ieri da Padoa-Schioppa: "La crescita italiana prosegue - dice - quest’anno non sarà lontana dal 2%".
Lo scivolone al Senato L'aveva minacciato più volte, ora Dini ha ivoluto far vedere che diceva sul serio e il governo ha iniziato a traballare. Al Senato esecutivo e maggioranza sono stati battuti su un emendamento alla Finanziaria del senatore Giuseppe Valditara (An), sull’istituzione di un fondo di 550 milioni per incrementare il finanziamento delle università. L’emendamento, approvato con 161 sì, 152 no e 3 astenuti, prevede di incrementare l’assegno di dottorato di ricerca aumentando di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008-2009 e 2010 il Fondo di finanziamento ordinario. Lamberto Dini, Giuseppe Scalera e Domenico Fisichella hanno votato con la Cdl e contro la maggioranza sull’emendamento Valditara che ha visto la sconfitta di governo e maggioranza nell’aula del Senato. Hanno votato a favore dell’emendamento anche i dissidenti di sinistra Franco Turigliatto e Fernando Rossi, mentre i tre senatori socialisti guidati da Gavino Angius si sono astenuti.
Dini: "Sempre mani libere" Così il senatore Lamberto Dini conferma la posizione dei Liberaldemocratici rispetto ai voti sulla Finanziaria. "Noi liberaldemocratici - spiega - non siamo nel Pd e non abbiamo nessun vincolo di mandato". Dini ricorda che nella manovra ci sono ancora dei "nodi critici da affrontare". "Cerchiamo - sottolinea Dini - di limitare i danni e puntiamo ad evitare ogni aumento di spesa in generale". Nel voto sull’emendamento sulla ricerca, tuttavia, i liberaldemocratici non sono stati compatti: Natale D’Amico ha infatti votato con il resto dell’Unione.
Chiti: "La fiducia non serve" "Non c’è assolutamente bisogno di mettere la fiducia". Il ministro dei rapporti con il parlamento, Vannino Chiti. "Su oltre 400 votazioni con una maggioranza esigua", rileva Chiti, il voto favorevole all’emendamento su un fondo per 40 milioni di euro al dottorato di ricerca, espresso contro il parere del governo e del relatore, "mi pare che sia del tutto normale e possibile se si accetta un confronto parlamentare", anche perché "su un emendamento che non è che mi faccia piangere, perchè aumenta le risorse individuate per il dottorato di ricerca".
Andreotti: "Se serve voto a favore" La Finanziaria conterà anche il voto di Giulio Andreotti. Lo dice il senatore a vita, conversando con i giornalisti al Senato. "Nelle ultime votazioni mi sono astenuto perché sono indipendente, ma la Finanziaria va approvata", osserva Andreotti.
Dunque se serve la voterà? "Sì. In fondo sono governativo dalla nascita...". Per Andreotti la legge di bilancio rimarrà "quella che è". Quanto ai numeri ristretti dell’Unione al Senato "una maggioranza stretta è anche un incitamento alla prudenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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