Economia

Finanziaria: rinvio per i contratti pubblici

VERTICE Lunedì incontro con imprese e sindacati. L’impatto non supera i 4-5 miliardi di euro

RomaUn rinvio, magari parziale, degli aumenti di contratto ai dipendenti pubblici: sembra questo il «piatto forte» della legge Finanziaria che sarà illustrata dal governo, lunedì a Palazzo Chigi, a imprese e sindacati in vista del varo previsto per martedì prossimo. Come lo scorso anno la Finanziaria sarà «leggera», di pochi articoli più qualche tabella, visto che la sostanza della manovra (Tremonti-ter, scudo fiscale, sanatoria per colf e badanti, riforma delle pensioni) è stata varata dal governo in estate con il decreto anticrisi. Perciò si parla di una manovra da 4-5 miliardi di euro.
Negli ultimi giorni, il ministro dell’Economia ha dovuto arginare le richieste dei ministeri di spesa - dall’Ambiente all’Istruzione, dalla Giustizia all’Agricoltura - per circa 12 miliardi di euro. La sola Difesa ha bisogno di 1,8 miliardi per finanziare le missioni all’estero e altre urgenze.
Per non dire «no» a tutti, Giulio Tremonti avrebbe ipotizzato il rinvio di un anno degli aumenti relativi al contratto del pubblico impiego 2010-2012. Sul nuovo contratto, in applicazione dell’accordo tra governo e parti sociali, sarà applicato l’indice Ipca, basato sull’andamento dei prezzi al consumo depurato dei prezzi energetici. Questo significa che per il 2010, gli aumenti potrebbero risultare molto bassi, se non insignificanti. Allora potrebbe valere la pena di rinviarli per consentire al bilancio dello Stato di concentrarsi su provvedimenti per il rilancio dell’economia. La moratoria, totale o parziale, ovviamente non piace ai sindacati: «Non crediamo che il datore di lavoro pubblico possa chiedere sacrifici simili», dicono alla Cisl che propone di usare i proventi dello scudo fiscale per gli aumenti contrattuali. I costi del contratto del pubblico impiego sono calcolati per circa 2,5 miliardi nel solo 2010, e per 7,5 miliardi a regime.
Altro capitolo molto delicato è quello della sanità. Le Regioni non giudicano sufficienti le risorse statali per il 2010 e il 2011.

Il governo propone per l’anno prossimo un tesso di spesa sanitaria a 103,9 miliardi, con la possibilità per le Regioni in «rosso» di utilizzare i ticket.

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