Finanziaria, rispunta la «porno-tax»

Ok dal Cipe per 15 grandi opere. Si discute l’utilizzo dei fondi risparmiati col Tfr

Gian Maria De Francesco

da Roma

Torna alla ribalta la «porno-tax», ma sull’utilizzo in Finanziaria dei fondi risparmiati con il rinvio al 2008 della riforma del Tfr (circa 2 miliardi di euro) ancora non c’è una decisione definitiva. Il relatore della Finanziaria, Daniela Santanché (An), ieri ha avanzato l’ipotesi della «pornotassa» sottolineando di avere allo studio due possibilità: un aumento dell’imposta per i produttori di materiali pornografici oppure una maggiorazione dell’Iva sui consumi. La «porno-tax» era stata più volte sollecitata negli anni scorsi senza essere realizzata. Tra le richieste avanzate da Alleanza Nazionale anche l’estensione del «bonus-bebé» a tutti i nati nel 2006 ma con l’introduzione di un tetto di reddito a 50mila euro annui per poter usufruire dell’assegno. Ipotizzata, inoltre, l’introduzione di una fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno e il recupero dei contributi per le donne «silenti» (le lavoratrici che hanno versato contributi per dieci-quindici anni senza raggiungere il minimo pensionabile, ndr). Quest’ultima iniziativa incontra anche il favore della Lega, ma il problema è sempre il medesimo: decidere la destinazione dei fondi risparmiati con il Tfr.
Il governo conta di chiudere la partita entro il 13 dicembre. Il maxiemendamento dell’esecutivo, che riunirà tutte le proposte di modifica avanzate dalla maggioranza, potrebbe essere presentato alla commissione Bilancio della Camera già la prossima settimana. A questo proposito, su proposta del presidente Berlusconi, è stato fissato un vertice della Casa delle libertà mercoledì 7 dicembre per fare il punto sulle scelte definitive del governo insieme al ministro dell’Economia Tremonti. Rimangono, però, alcune differenze di vedute sull’opportunità di utilizzare le risorse del Tfr per ridurre il deficit. Fonti vicine a via XX Settembre hanno precisato che «di fronte a una decisione politica dei partiti della maggioranza non si farebbero le barricate». In ogni caso, il Consiglio dei ministri del 13 dicembre servirà a sciogliere le ultime riserve in modo da chiedere quanto prima la fiducia sulla legge di bilancio alla Camera. Entro quella data le divergenze dovranno essere necessariamente superate, anche se il ministro del Welfare, Maroni, ha puntualizzato che «a decidere dovrà essere il Parlamento».
La riunione dell’esecutivo di ieri, comunque, si è incentrata quasi esclusivamente su temi economici. A partire dalla discussione di una proposta per la vendita dei farmaci da banco nei supermarket, provvedimento che contribuirebbe a una diminuzione dei prezzi. Su proposta del ministro per la Funzione pubblica, Mario Baccini, sono stati approvati gli atti di indirizzo per gli 80mila dipendenti degli enti di ricerca e degli enti pubblici non economici per il biennio 2004-2005. Via libera al decreto legislativo sull’impresa sociale, un nuovo soggetto giuridico che definirà le aziende che ottengono oltre il 70 per cento dei ricavi dalla produzione di beni e servizi di utilità sociale.


Luce verde del Cipe, infine, a quindici grandi opere da complessivi 4,3 miliardi. Il Comitato ha approvato il piano finanziario dell’autostrada Brescia-Bergamo-Milano e ha autorizzato 22,9 milioni di contratti di programma funzionali al salvataggio del tour operator Cit.

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