(...) e amministratore delegato del gruppo Carnival, il colosso mondiale della crocieristica, la prima società armatrice al mondo che ha inglobato anche Costa. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali, sindaco, prefetto e assessori. Comincia l'amministratore delegato di Costa: «Stiamo lavorando all'ordine di una nuova nave, sono ottimista». Bono lo segue «Stiamo lavorando con tutti» e poi la conferma dell'armatore americano: «Nei prossimi sei mesi è possibile l'ordine di una nave del gruppo Carnival». Per Fincantieri, s'intende e a marchio Costa Crociere.
D'accordo, ci vuole cautela precisa Foschi e quindi non si può ancora dire che si tratti di un annuncio ufficiale. E però ci sono tutte le ragioni per credere che diventerà così nel giro di poco tempo. «Lo dico anche per aiutare chi sta vivendo momenti di preoccupazione - continua l'ad Costa -. Non sarà una panacea, ma comunque sarà una boccata d'ossigeno». Per tutto il settore che sta vivendo un momento di crisi, per Fincantieri che ora si trova a dover gestire il futuro dello stabilimento di Sestri Ponente a Genova prima di tutto.
Guai a parlare però di un'azienda in agonia, interviene Bono che vuole scrollarsi di dosso un carico di negatività e drammaticità che gli è piombato addosso dopo gli ultimi avvenimenti. «Siamo vivi - ribatte -. Spesso la stampa ci tratta come se fossimo quasi al capezzale del defunto, ma Fincantieri ha una grande capacità produttiva, è un'azienda sana e solida. È importante per tutti sapere che noi abbiamo parlato di esuberi, non di licenziamenti. Questo è il messaggio che vorrei lanciare. Noi non lasceremo per strada nessuno, non faremo licenziamenti, speriamo di poter accompagnare questa fase con la coesione necessaria per immaginare anche degli sviluppi diversi per il futuro di Fincantieri, perché chi sta fermo rischia». La situazione è complicata, il mercato ha dimezzato la domanda delle navi da crociera a fronte di una capacità produttiva che è rimasta la stessa, ma questo vale per tutti e non solo per loro.
Lo dice anche Arison: «Carnival rappresenta il 50 per cento del mercato mondiale delle crociere. Se costruiamo due o tre navi all'anno, vuol dire che l'intero mercato vale cinque o sei navi. Non ci sono problemi finanziari, ma solo di domanda».
E la fortuna di Fincantieri paradossalmente è stata proprio quella di entrare nella crisi già con un grande portafoglio. Sei navi da consegnare entro il 2015, di cui una, «Fascinosa», la gemella di Costa Favolosa nel 2012. «Abbiamo un fatturato di tre miliardi di euro all'anno - ha proseguito Bono -. È su questo che vogliamo essere giudicati e spronati per il futuro. Invito tutti a lavorare meglio e di più. Credo che potremmo essere protagonisti di un'economia globalizzata solo rimboccandoci le maniche e non dicendo che gli altri fanno di più».
Sull'accordo di programma per il riempimento a mare dello stabilimento di Sestri Ponente, l'amministratore delegato ribadisce la loro totale disponibilità e aspettano soltanto di essere chiamati per firmare. Dopo le polemiche, le manifestazioni di piazza e il ritiro del piano aziendale il 3 giugno scorso, Bono vuole tornare ancora su quel tasto.
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