Fini non lascia: "Resterò fino a fine legislatura"

Fini: "La Camera non è una depandance del governo". Poi avverte: "Il Fli sosterrà i 5 punti". Ma corteggia pure Montezemolo. Sulla casa di Montecarlo balbetta. Ai funerali di Almirante giurò: "La nostra idea non cambia bandiera". I finiani vogliono la testa di Minzolini

Fini non lascia: "Resterò fino a fine legislatura"

Roma - "Sono presidente della Camera ora e conto di esserlo per tutta la legislatura, vale a dire per altri tre anni". Dopo oltre un mese, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rompe il silenzio e lo fa dallo studio di Enrico Mentana a La7: "Io non rappresento la maggioranza". Poi, però, assicura: "Futuro e libertà sosterrà i punti che Berlusconi presenterà. Ovviamente chiederà di contribuire a scrivere punti".

Le mosse degli "alleati" "Tanto rumore per nulla". Fini fa una previsione: "Il presidente Berlusconi e il ministro Bossi non saliranno al Colle per chiedere le mie dimissioni perchè se lo facessero dimostrerebbero al mondo di essere degli analfabeti dal punto di vista del diritto costituzionale. Perché tutti sanno che non si chiedono le dimissioni del presidente della Camera perchè nessuno ha il potere di chiederle e il potere di indurle". Il presidente della Camera prevede, invece, che "il presidente Berlusconi e il ministro Bossi saliranno al Colle per parlare con il presidente Napolitano della situazione politica, e questo mi sembra non solo naturale ma addirittura doveroso".

Fini non lascia Montecitorio "Io non rappresento la maggioranza e la maggioranza non è proprietaria delle istituzioni - spiega il presidente della Camera - sarebbe anzi grave se qualcuno, e in particolar modo il presidente del Consiglio, dicesse: 'Ti abbiamo eletto noi e devi rispondere a noi'". "Bossi, che è un gran simpaticone, ha parlato di un trasloco di Fini, di spostarmi, come se la Camera fosse una depandance del governo - continua Fini ai microfoni de La7 - ma per fortuna i poteri sono divisi e quello legislativo è separato da quello esecutivo". Poi ripercorre gli ultimi scontri interni al partito: "Sono stato espulso e non me ne sono andato e inoltre vorrei sapere perchè sarei incompatibile con il Pdl visto che ho anche contribuito a fondarlo". "Vorrei sapere - chiede Fini - se il presidente del Consiglio crede davvero di poter governare un grande partito liberale espellendo in due ore il cofondatore con delle accuse francamente ridicole?".

La chiusura al voto anticipato Fini chiude alla possibilità di urne anticipate: "Andare a votare adesso è da irresponsabili. Il governo deve pensare a governare. Siamo disponibili a discutere come tradurre in concreto i punti del programma con la Lega e con Forza Italia allargata come l’ho chiamata". "In caso di crisi di governo e cioè se il presidente Berlusconi dovesse ritenere di non avere più la maggioranza la parola passa al Capo dello Stato - continua il presidente della Camera - Fli ha detto e conferma che vuole che legislatura vada avanti e si dia corso al programma di governo, ovviamente da discutere".

Fli pronto alle elezioni "Il Pdl è finito, non c’è più, per questo ho parlato di Forza Italia allargata - spiega Fini - quando mi si chiede se torneri indietro rispondo che non posso. Il Pdl non c’è più e io, pur essendone cofondatore, come è scritto in tutti gli atti, in due ore sono stato espulso senza essere nemmeno ascoltato. Allora, non si torna in quello che non c’è più, si va avanti e si fa altro". Per questo, in caso di un voto anticipato, gli esponenti di Futuro e Libertà sarebbero "prontissimi". L'auspicio di Fini è che "chi è al governo non deve cercare il consenso, ma dimostrare di saper governare". "Se dovesse prevalere l’irresponsabilità noi non ci sentiremo tra coloro che a cuor leggero vogliono andare alle elezioni - continua Fini - ma siamo pronti ad affrontarle, vogliamo fare politica".

L'affaire Montecarlo "Quella della casa di Montecarlo è una vicenda che quando sarà chiara farà ridere - assicura il presidente della Camera - io non ho nulla da temere e nulla da nascondere". Il presidente della Camera denuncia la "lapidazione mediatica" di cui è stato fatto oggetto insieme alla sua famiglia.

Ribadendo di "non essere mai stato nella casa di Montecarlo" e chiedendo che chi dice il contrario "lo dimostri", Fini aggiunge di "attendere serenamente" che la magistratura accerti come sono andati i fatti. Inoltre, sul piano personale, il presidente della Camera esclude tensioni con la sua compagna Elisabetta Tulliani, affermando che la vicenda "li ha ulteriormente uniti".

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