Una agitazione irrefrenabile. Sembrava che ci fosse tutto il popolo di An, ieri sera, davanti alla Manuelina di Recco. Un evento, nella cittadina del Golfo Paradiso avere Gianfranco Fini. La terza volta, l'ultima nel 1999, ricorda Caterina, una fan responsabile dell'accoglienza. Caterina non sta più nella pelle, e quando Fini entra nella sala stampa, l'accoglie, gli dà la mano, gli chiede un bacio. E come lei una schiera. Una guancia da una parte, una stretta di mano dall'altra. Poi Fini parte: prima una chiacchierata coi giornalisti e poi il bagno di folla. Reduce dall'incontro di Santa Margherita con gli industriali, e da una immersione nelle acque del Golfo Paradiso, a Recco Fini si dedica tutto alla politica locale. Che locale non è, spiega Fini, perché «a Genova il 28 maggio la sinistra ha ricevuto un colpo alla sua arroganza. Da martedì, da quando si sono avuti i risultati definitivi, in Parlamento non si parla altro che della provincia di Genova, considerata una vera e propria cartina al tornasole per il governo». «Se la provincia va a Renata Oliveri, il governo cade. Lo dico con certezza assoluta, accetto scommesse». Non ha dubbi il presidente di An: «Inizieranno a volare gli stracci. Altro che partito democratico. Hanno iniziato ad accusarsi, a scaricarsi le responsabilità».
E a Genova si può vincere. Lo dice Fini davanti a Giuseppe Rotunno e Giulio Muzio, neo consiglieri provinciali eletti sotto la fiamma tricolore che, ricorda Gianfranco Gadolla (coordinatore provinciale del partito) hanno combattuto una battaglia strenua ottenendo rispettivamente il 18,15 per cento nel collegio di Recco e il 14 in quello di Casarza. Due record assoluti.
E un record, ha ricordato Fini, è stato il risultato ottenuto dal candidato al Comune di Genova, Enrico Musso. «Sarà l'inverno del nostro scontento, ma chi conosce Shakespeare sa che l'inverno si è tramutato nella gloriosa estate di York», esordisce Musso, presente anche lui all'incontro, che annuncia che al ballottaggio per la Provincia farà il responsabile di lista per la Oliveri perché «al primo turno in molti pensavano che non ci fossero possibilità di vittoria per il centrodestra. Ma ora hanno capito che le possibilità ci sono. Dobbiamo andare a votare, ma anche vigilare, viste le irregolarità riscontrate».
Un appello condiviso da Renata Oliveti: «Portate a votare tutti». D'altra parte, incita la candidata, «siamo stati massacrati da sondaggi falsi o taroccati che hanno scoraggiato l'elettorato di destra ad andare a votare. Tanto la sinistra vincerà sempre, pensavano. Invece le uniche battaglie perse sono le battaglie non combattute. Lo dissi prima del 27 maggio e lo ripeto oggi. Tanto più che abbiamo vinto in quasi tutti i territori della provincia di Genova». Un caso? Niente affatto, per la Oliveri.
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