Finisce in coma per un piercing al sopracciglio

da Merano

Voleva semplicemente essere un po’ più alla moda e così si è fatta applicare un piccolo piercing a un sopracciglio: una donna meranese di 30 anni, è finita invece all’ospedale proprio a causa di un’infezione provocata da quel piccolo anello. Le sue condizioni sono disperate.
«Il rischio di un’infezione - prova a tranquillizzare un’esperta - è minimo se il piercing viene effettuato da un professionista con tutto le precauzioni igieniche del caso». Ma qualche problema può sempre sorgere, ad esempio un’infezione. E sembra, invece, che la donna abbia proprio trascurato in un primo momento i sintomi, ovvero un rossore della pelle nella zona del piercing. Ben presto i batteri hanno causato seri problemi di salute portando prima a una grave forma di setticemia e dopo a una coagulopatia che ha colpito cuore e cervello. Quando si è rivolta ai sanitari le sue condizioni erano ormai gravissime. Ora è in coma.
Dall’ospedale di Merano la paziente è stata trasferita in elicottero a Verona, dove i medici l’hanno però giudicata non operabile. I parenti, disperati, hanno così provveduto al suo ricovero in una clinica specializzata di Monaco di Baviera.
«Un piercing appena applicato - spiega la piercer bolzanina Elke Oberstolz - è una ferita che va trattata proprio come un’escoriazione da caduta in bicicletta».
Oberstolz, da dieci anni titolare dello studio di tatuaggi e piercing Exodus, nel centro storico di Bolzano, non accetta critiche alla sua categoria. «In Alto Adige - dice - per poter richiedere la licenza da piercer è obbligatorio un corso di 30 ore». «Il problema - aggiunge l’esperta che a sua volta porta numerosi piercing sul viso - è che molti ragazzi si fanno fare il piercing da amici oppure da gente inesperta. Questo è molto rischioso».
Secondo le statistiche più recenti più di un quarto delle persone che si fanno un piercing soffre di complicazioni e l’1% dei giovani tra i 16 e i 24 anni che si fanno bucare la pelle in punti diversi dai lobi delle orecchie arriva in ospedale.

Il dato deriva da un recente studio della London school of hygiene and tropical medicine, su un campione di 10.503 persone dai 16 anni in su. I punti più comuni sono l’ombelico (33%), il naso (19%) e le orecchie (13%), seguiti da lingua e capezzolo (entrambi al 9%) e sopracciglio (8%),

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