«È finita la pacchia per chi ha mentito»

RomaUn calo vertiginoso delle richieste di pensioni. In cinque mesi circa un terzo in meno rispetto al 2009. Poi il 17 per cento di assegni revocati perché chi li percepiva non ne aveva il diritto. Sulle invalidità civili siamo a una svolta, assicura il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. Ci sono le norme già entrate in vigore (le domante sono telematiche e nelle commissioni che concedono l’invalidità pesa la decisione di un medico dell’Inps). Poi c’è la manovra che prende di mira soprattutto i medici che certificano il falso. «Severità che serve», assicura Mastrapasqua.
Sono in arrivo nuove norme sulle pensioni di invalidità civile, ma già da gennaio è in vigore una normativa che rende più difficili le truffe. Ci sono stati effetti?
«In cinque mesi abbiamo registrato un calo tra il 35 e il 40 per cento delle richieste di pensioni di invalidità civile, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ha funzionato la procedura telematica che è totalmente trasparente».
Quindi per eliminare le finte invalidità, l’unico modo è quello di andare alla fonte e controllare chi le concede?
«Con le nuove procedure, per la prima volta, emergono le storture di un sistema che non era sempre trasparente. Tutto viene tracciato, monitorato e acquisito telematicamente. Però ha contribuito anche una maggiore severità delle commissioni, alle quali ora partecipa anche un medico dell’Inps».
Coma mai la spesa per le pensioni di invalidità civile continua a crescere?
«I dati sulla spesa per le invalidità civili si riferiscono agli anni precedenti all’entrata in vigore del nuovo sistema. Precedenti anche al piano straordinario di verifiche iniziato nel 2009 e che ha portato a tantissime revoche. Le vere pensioni di invalidità continueranno a esistere, ma i tempi della spesa fuori controllo sono finiti. Il trend esplosivo, che l’ha portata in pochi anni da sei a sedici miliardi di euro è un ricordo lontano. E si capirà meglio nei prossimi anni».
Le associazioni protestano perché la manovra ha innalzato la percentuale di invalidità necessaria a ottenere l’assegno. Anche questo può servire a contenere la spesa sotto controllo e limitare i casi di frode?
«Avrà un effetto maggiore un’altra misura prevista dalla manovra e cioè la responsabilizzazione dei medici che hanno avuto un atteggiamento poco onesto nel verificare le invalidità. Per chi ha certificato false invalidità è prevista la denuncia penale, la restituzione dei soldi che l’assistito ha eventualmente percepito, la denuncia alla Corte dei conti e la radiazione dall’albo professionale. Anche norme severe come queste possono aiutare».
A voi però è stata dato il compito di controllori. Come sta andando?
«Le prime 200mila verifiche sono state completate nel 2009 e hanno portato alla revoca del 17 per cento delle posizioni controllate. In tutto il piano, fino al 2012 è di 700mila verifiche, un intervento massiccio e di grande presenza dello Stato, che avrà anche un effetto deterrente notevole.

Quello che serve adesso è la piena collaborazione delle regioni e delle Asl. Prima le regioni disponevano la spesa e l’Inps pagava, ora sono chiamate a una maggiore attenzione e consapevolezza. E per noi la loro collaborazione è decisiva».

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