Andrea Nativi
Ancora successi per le aziende di Finmeccanica al salone aerospaziale in corso in Francia, a Le Bourget, nei pressi di Parigi. Atr, società che controllata al 50% da Finmeccanica e al 50% da Eads, ha raggiunto l'obiettivo preannunciato: ordini per 20 nuovi aerei. Gli ordini sono arrivati per gli Atr-42 e Atr-72 da quattro diverse compagnie aeree, per un valore complessivo di 550 milioni di euro. Il Ceo, Filippo Bagnato, ha preannunciato una crescita dei ricavi del 10%, a 550 milioni di euro per il 2005, mentre è previsto un incremento del ritmo di produzione. Il portafoglio ordini, che a fine 2004 contava appena 10 macchine, ora è salito a 62 velivoli, per un valore di 1,8 miliardi di dollari. A questi vanno ancora aggiunti i 10 esemplari in versione militare da pattugliamento marittimo destinati alla Turchia. E ci sono ancora sei mesi prima di chiudere quest'anno dei record.
Atr beneficia di due condizioni favorevoli: l'alto costo del carburante, che avvantaggia gli aerei «parsimoniosi», come quelli di Atr, spinti da motori turboelica invece che da motori a getto, e l'esplosione delle compagnie low cost in ogni parte del mondo, specie nel Pacifico. E c'è un solo concorrente credibile, la canadese Bombardier. Atr quindi può regalare soddisfazioni economiche ai suoi azionisti dopo anni difficili.
Prospettive interessanti anche per Aermacchi che a Parigi ha presentato i suoi nuovi aerei per addestramento militari a getto, l'M346 e l'M311. Secondo il Ceo Carmelo Cosentino il margine operativo salirà del 10% quest'anno, a 32 milioni di euro, ed un incremento analogo è atteso anche per il 2006 e 2007, mentre il fatturato salirà del 25 per cento. La crescita dipende in buona misura dal successo dei due velivoli: l'M346, il cui sviluppo è costato finora circa 400 milioni di euro, ha bisogno di altri 600 milioni di euro per completare il programma, inclusa la produzione di preserie di 14 esemplari e passare alla produzione di piena serie, con un ritmo previsto in 20 esemplari allanno. Aermacchi sta cercando di «internazionalizzare» il programma ed ha già ottenuto il coinvolgimento della Grecia, con una quota di 60 milioni di euro, mentre sta discutendo un accordo da 30-60 milioni con la Polonia. Ma l'obiettivo è quello di coinvolgere anche alcuni Paesi maggiori europei, come la Germania o la Francia. In questa operazione, che richiede contropartite sia di programma sia a più ampio spettro, è coinvolta direttamente anche Finmeccanica. Occorre stabilire però il ruolo italiano, con l'auspicabile intervento di ministero Attività produttive e Difesa. L'M346 è un prodotto di alto livello tecnologico e sarebbe un peccato non sfruttarne le eccellenti potenzialità, che hanno anche attirato l'interesse di Paesi extra europei, compresi gli Usa.
Il «fratello minore», l'M-311 è il risultato di una rivitalizzazione del precedente S-211, al costo di circa 60 milioni di euro, che permette ora di competere per aggiudicarsi contratti a Singapore, in Gran Bretagna ed in Turchia, che valgono complessivamente oltre 120 aerei, per 900 milioni di dollari.
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