RomaI metalmeccanici che annunciano conflitti e opposizione dura su tutte le trattative e la confederazione madre, la Cgil, che cerca invano di riportarli ai tavoli promettendo in cambio limpegno a cambiare il modello contrattuale appena varato. Ma tra due anni. Ieri al congresso della Fiom - appuntamento più importante prima dellassise della confederazione di maggio che eleggerà il successore di Guglielmo Epifani - è andato in scena un assaggio della Cgil prossima ventura.
Le tute blu saranno guidate da Gianni Rinaldini ancora per un po. Ma la linea non cambierà: «Opposizione sociale» e niente «scorciatoie di rientro». In altre parole nessuno provi a fare firmare alla Fiom accordi sulla base del nuovo modello che ormai viene applicato in tutte le trattative, quello che privilegia la contrattazione territoriale e aziendale.
Ieri, lintervento del segretario generale della Cgil. Prima Epifani ha blandito i meccanici: «Lobiettivo della Cgil e della Fiom deve essere riconquistare un modello contrattuale degno di questo nome». Poi ha invitato il sindacato della categoria più forte della Cgil a tornare a trattare: « senza la contrattazione lidentità di un sindacato si smarrisce». Anche perché la Cgil ha la responsabilità di essere il primo sindacato: «Siamo troppo forti per farci relegare in un angolo».
Argomenti che la Fiom non tollera. E quindi Epifani ha offerto la carota: «Non cè dubbio che torneremo al tavolo al termine della sperimentazione del nuovo modello contrattuale nel 2011, anzi lo chiederemo noi». Ma questa, ha commentato Giorgio Cremaschi della segreteria, è proprio quella «strategia di rientro» che Rinaldini, e tutto il sindacato degli operai, non vuole.
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