Fiorello, Bonolis, Zalone la vecchia Tv non s’arrende e sfida le trendy Sky e La7

Ma quant’è cool questa La7. Ma quant’è rock questa Sky. Ma che volti «fighi» si è presa la rete Telecom. Ma che film e serie trendy si trovano nella library di Murdoch. Ma quant’è hd, wi-fi, smart l’offerta satellitare. Ma quanto è bravo questo Mentana che ha triplicato gli ascolti del suo Tg. Ormai non si fa altro che parlare e, giustamente, lodare le due realtà televisive che negli ultimi anni sono cresciute a vista d’occhio e che hanno rotto il duopolio Rai-Mediaset. Tutte cose sacrosante: La7 si appresta a vivere un «annus mirabilis» e Sky sta marciando alla conquista di cinque milioni di abbonati. Però - ci si può domandare senza essere tacciati di essere rimasti al paleolitico - la tv tradizionale, quei vecchi cari tre canali della Rai e i tre Mediaset sono ormai sull’orlo della tomba, sono lenti, antiquati, rivolti a un pubblico anziano destinato a scomparire? Insomma è vero che il vecchio polo si presenta alla sfida della nuova stagione televisiva in sordina, senza nulla di nuovo, sperando di non uscirne con le ossa rotte come scrivono molti commentatori? Così, dando uno sguardo ai numeri e ai conti, non parrebbe. Perché il «duopolio» mantiene ancora due primati. Il pubblico: nonostante la progressiva migrazione e l’aumento della platea televisiva, otto spettatori su dieci (come si vede nel grafico riportato in pagina) restano ancora fedeli a Rai e Mediaset. E le risorse: i soldi abbondanti derivanti da canone e pubblicità si traducono (anche) in creatività e ideazione di nuovi prodotti. Tutto ciò come si riversa nei palinsesti? Pochi esempi significativi: Raiuno si è riconquistata il più grande showman italiano, Fiorello, tornato a casa dopo il passaggio a Sky. Canale 5 lancia una sfida nel preserale con Bonolis che torna a fare quiz e scommette su Checco Zalone impegnato in un one-man-show. Bella forza, si dirà, si punta tutto sull’intrattenimento, sull’obnubilamento delle menti... A parte che il varietà non è per forza «scemo», sia Rai sia Mediaset (al netto del buco profondo lasciato da Santoro e Saviano) offrono altri spunti interessanti (insieme a programmi francamente più indigesti che dovrebbero essere cancellati). Oltre a sviluppare tecnologia e prodotti per spettatori più «evoluti» sui canali tematici.
Sono convinti che la «vecchia Tv» non sia morta, ma anzi rilanci, i due alti dirigenti che abbiamo interpellato. Per la Rai il vice direttore generale Antonio Marano che ha delega del palinsesto. «Il fatto che la Rai sia viva e vegeta è mostrata dal fatto - spiega - che la salutare entrata in campo dei due competitor free e pay non ha fatto diminuire di molto gli ascolti. Questo perché la Tv pubblica è stata capace di allargare e completare l’offerta, gratuita, attraverso i canali tematici (ragazzi, sport e cinema) che sono riusciti a frenare l’erosione del pubblico: quest’estate da soli hanno raggiunto il 5,6 per cento, per fare un paragone La7 sta al 3,6. La sostanza è che mentre la Tv pubblica prima vinceva grazie ai canali leader come Raiuno o a eventi catalizzatori come Sanremo e i mondiali, ora può mantenere la leadership grazie all’offerta complessiva». Ma senza volti di richiamo come Santoro e Ventura sarà una Rai anestetizzata? «Assolutamente no, semmai più nervosa, veloce e diversificata. Come nel calcio, i grandi campioni passati meritano rispetto, ma i nuovi arrivati possono dimostrare - e hanno molta voglia di farlo - di essere all’altezza».
A Mediaset sono ancora più pungenti. Marco Paolini, direttore del marketing strategico, ci tiene a mostrare le differenze con La7 e Sky sui vari fronti. Nuove reti: «I canali tematici free Mediaset ad agosto hanno raggiunto il 4,6 per cento di share, con un incremento del 115 per cento rispetto all’anno scorso. Sky tutta insieme sta all’8,9». Fronte tecnologico: «Mediaset già un anno fa (il riferimento è a Sky go appena lanciato) dava la possibilità di vedere i programmi sui personal. In autunno le all news saranno disponibili su tablet, computer e smartphone». Fronte satellitare: «La piattaforma TvSat (che riunisce Mediaset, Rai e Telecom media) a fine luglio era arrivata a più di un milione di utenti». I contenuti: «Non mi pare che Sky offra grandi novità o possa definirsi tale riciclare un programma della Rai come X Factor. La7, invece, si è scavata un buon ruolo nell’informazione politica, ma resta una nicchia. Non c’è confronto con le nostre innovazioni: cito a raffica lo show di Checco zalone, Chiambretti in prime time su Italia Uno, Bonolis in preserale, The Cube di Mammucari e una lunga serie di fiction». Certo anche voi non brillate per originalità quando proponete Baila e Io canto copiati dalla Rai.

«A parte che in Tv nessuno inventa nulla, tantomeno cantare e ballare, sono format diversi e comunque si potrebbe dire lo stesso ma al contrario riguardo programmi Mediaset ripresi da altre reti». Il futuro della Tv italiana? «Vedo un mercato più competitivo e sempre più tecnologico con un numero maggiore di attori specializzati, ma comunque pochi perché sono necessari altissimi investimenti».

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