Al 9 ottobre, data del probabile ritorno in radio di Fiorello e Marco Baldini con il nuovo ciclo di Viva Radiodue, mancano ancora due mesi. Ma - nonostante l’oculata scelta di Fiore e della sua banda di sparire completamente dall’etere per quattro mesi, senza repliche, sorrisi e spezzoni, «meglio di» e riproposizioni estive del programma - la radio migliore dell’estate resta quella di Fiorello e Baldini. Anche se Fiorello e Baldini non sono in radio.
Siamo al paradosso, certo. Eppure è così: nonostante la loro sparizione estiva dall’etere, i gemelli del transistor di Viva Radiodue riescono a confermare e addirittura a rinforzare il loro primato.
Il merito, suo malgrado, è della televisione. Ma non nel senso classico della tivù che propone Fiorello come testimonial della campagna contro l’abbandono degli animali, né nel senso neonatale della tivù che prova a rubare le immagini della bimba di Fiore (a proposito, complimenti per la grandissima signorilità con cui ha gestito la nascita di Angelica, risparmiandoci il rito dell’asta delle fotografie). Al limite, non è merito nemmeno dell’intervista di Fiore a Lucignolo Bellavita, da cui pure traspariva molta dell’ironia e dello spirito radiofonico e non televisivo di Viva Radiodue. Memorabili, in particolare, le riprese in cui Fiore-papà mostrava i rotolini di ciccia al bravissimo Antonello Sarno, l’intervistatore, felice di mostrarli anche al pubblico di Italia 1. Senza nemmeno il doveroso bollino giallo che sconsiglia il programma ai minori o ai deboli di cuore.
Per essere perfettamente aderenti allo spirito radiofonico, a quelle immagini in realtà mancava qualcosa. Mancavano le altre pance. Soprattutto quelle, dotatissime, di Francesco Bozzi e di Riccardo Cassini, due specialisti in materia, quasi sferici. Ma anche quella da falso magro di Alberto Di Risio e quella da vero magro di Federico Taddia. Cioè i quattro autori radiofonici di Fiore. Che, con Marco Baldini, sono il valore aggiunto del genio di Fiore.
E, infatti, la più bella radio dell’estate si è materializzata in televisione quando sono apparsi anche loro, che non sono propriamente la copertina di Vogue: negli spot della Fiat. Spot che, anche d’estate, hanno scelto di non abdicare alla magia dell’annata radiofonica.
Splendidamente imperfetti, «sporchi». Anche nel più levigato dei prodotti televisivi: lo spot.
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