Firenze - Ha ucciso il ladro che si era introdotto nella sua abitazione, ora è indagato per omicidio volontario. Simone Barontini, 47 anni, imprenditore, ha lasciato la caserma dei carabinieri insieme al suo avvocato e alla sorella dopo essere stato sentito sull’episodio dal sostituto procuratore di Firenze Alessandra D’Amore e dal maggiore dei carabinieri di Empoli, Semeraro. Barontini è un imprenditore del settore conciario del Valdarno inferiore. L’uomo, secondo la prima ricostruzione dell’accaduto, avrebbe sparato al ladro mentre stava fuggendo lungo le scale interne dell’abitazione, a Fucecchio.
La ricostruzione È stato raggiunto da tre-quattro colpi di pistola alla schiena e sembra in altre parti del corpo il ladro, 40 anni,, ucciso dall’imprenditore Simone Barontini, che lo ha sorpreso nella sua villa a Galleno. Barontini era a letto. Altri due proiettili, sparati tutti da una 357 magnum regolarmente detenuta, si sarebbero conficcati nel muro della stanza, dove è e stato esploso un primo colpo, e in una parete delle scale dell’abitazione, dove il ladro è caduto ferito. È quanto è emerso dai primi accertamenti dei carabinieri Barontini si sarebbe svegliato intorno alle 4,30: aveva sentito rumori dalle scale in legno che dal pianterreno portano alla porta della sua camera. Non è chiaro se abbia prima acceso la luce e preso la pistola che teneva sotto il materasso o viceversa. Ha comunque raccontato di essersi trovato l’uomo vicino al letto. Tra i due ci sarebbe stata una brevissima colluttazione (l’imprenditore ha graffi sulle braccia) ed è stato esploso il primo colpo, finito nel muro, vicino alla porta. Il ladro sarebbe quindi fuggito per le scale. Barontini non lo avrebbe rincorso: avrebbe sparato dalla soglia della camera in direzione delle scale, praticamente alla cieca, temendo probabilmente che ci fossero altri complici. Il suo racconto sarebbe stato confermato dalla sua compagna.
Un complice I carabinieri ipotizzano che il ladro non fosse solo. L’uomo aveva già preso, dopo aver rovistato al piano terra della casa, un valigetta, gettata fuori da una finestra della cucina insieme alle chiavi di una Mercedes. Nella valigetta c’era un portafoglio, non più trovato: potrebbe averlo preso un complice. Dalla finestra della cucina era entrato il ladro: trovate forzate le persiane e una zanzariera. L’uomo si era tolto le scarpe, rinvenute all’esterno, e aveva indossato guanti tipo da giardiniere. La villa, circondata da 16 ettari di terreno, non ha allarmi e vi si accede da un cancello sempre aperto: nella proprietà ci sono altri casali che vengono affittati. Nella casa abita anche un sorella di Barontini col marito. Quest’ultimo è stato il primo ad essere chiamato dall’imprenditore. Insieme i due hanno allertato 118 e poi forze dell’ordine.
L'imprenditore: "Sono sconvolto" "Mi dispiace moltissimo per quello che è successo, ma aspetto serenamente l’esito delle indagini" ha detto Barontini, come riferito dal suo legale, l'avvocato Antonio D’Orzi: "E' rimasto molto frastornato dalla vicenda, ma nonostante questo si è messo subito a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti necessari".
Non era il primo furto Non è la prima volta che i ladri entrano dentro la villa dell’imprenditore conciario. Un altro furto era avvenuto nell’aprile del 2002 e tra le cose rubate, fu portata via anche una pistola regolarmente denunciata. Barontini stanotte è stato svegliato da scricchiolii su parquet e un colpo d’aria che gli ha raggiunto il volto, dopo che il ladro ha aperto la porta della camera dove dormiva in compagnia di un’amica. Da qui la reazione dell’imprenditore che ha portato all’uccisione del malvivente. All’autopsia in programma mercoledì, parteciperà anche un consulente nominato dal legale dell’imprenditore. Il sostituto procuratore D’Amore ha incaricato un consulente tecnico per i rilievi balistici.
La vittima Sarebbe un albanese di 40 anni, L.P., già denunciato, e anche arrestato, per furti e rapine, l’uomo ucciso stamani dopo essere stato sorpreso a rubare. Il condizionale si lega al fatto che l’uomo in passato ha fornito generalità e anche nazionalità diverse (macedone). L.P., è stato spiegato, sono le iniziali del nome con il quale l’uomo risulta essere stata identificato in Italia la prima volta, nel 1998 a Lodi.
All’identificazione i carabinieri di Empoli e Firenze sono arrivati attraverso la comparazione delle impronte digitali. È così emerso che l’uomo risultava avere precedenti, sebbene sotto vari alias. Risulta tra l’altro un arresto per furto avvenuto in provincia di Treviso nel 2001.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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