Firma o no? È finito il tormentone Mancini altri quattro anni all’Inter

nostro inviato ad Appiano Gentile

Una stretta di mano sincera per siglare un accordo che prevede altri quattro anni assieme. Ieri pomeriggio Massimo Moratti e Roberto Mancini si sono incontrati in Galleria De Cristoforis negli uffici della Saras, l’azienda di famiglia del presidente. Incontro neppure tanto breve, circa un’ora e quaranta, presidente e allenatore hanno ribadito la reciproca stima, l’unità d’intenti e la comunione del progetto, punti sui quali peraltro non esistevano dubbi. La vera notizia è che l’incontro nasce soprattutto dalla spinta emotiva dei tifosi che non si spiegavano tutte le perplessità e le voci che giravano attorno alla non-firma sul contratto di Mancini. Presidente e allenatore non avevano mai mostrato segnali d’insofferenza sull’argomento e neppure avevano punti d’attrito. In realtà già in mattinata a Palazzo Isimbardi, dove si trovava per incontrare dei ragazzi con problemi mentali, il presidente aveva vacillato dopo l’ennesima domanda: «Sinceramente questa firma che manca pesa molto più sugli altri e molto meno su di noi - aveva risposto -. Adesso vedrò se devo seguire la pressione degli altri o la mia». E aveva concluso con un sorriso che dava il senso disteso dell’argomento, almeno in cuor suo. E alle 17,40 di ieri, al termine dell’incontro con Mancini, Moratti in parte svela quella leggera follia che lo ha colto in questi giorni: «La voglia è quella di rimandare la firma del contratto a quando i giornali smetteranno di parlarne». Presidente e allenatore si sono ritrovati perfettamente d’accordo su un progetto che prevede la valorizzazione dei giovani calciatori italiani in linea con le nuove direttive dell’Uefa: «Ma volevo capire se c’era in Mancini quella tensione emotiva che questo momento delicato e decisivo richiede - ha spiegato Moratti -. Spero proprio che lui resti a lungo qui all’Inter». Roberto Mancini poche ore prima ad Appiano Gentile, aveva ribadito i medesimi concetti, senza pretendere il tono austero delle dichiarazioni della società: «Il contratto non è un problema e neppure una formalità, bisogna capire come si può migliorare questo gruppo. La squadra è prima perché ha dei giocatori forti, non bisogna acquistarne otto, ne bastano due o tre, guardando all’età.

Il contratto in questo momento non è prioritario, magari lo firmo quando il campionato è finito».
Intanto questa sera l’Inter è in campo per il ritorno di coppa Italia con l’Empoli. In campo anche Parma-Roma e Chievo-Sampdoria, il Milan domani chiude i quarti ad Arezzo.

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