Firmato il nuovo Trattato Ue. Prodi: "Si riparte"

Tra le novità le nuove figure del presidente del Consiglio europeo. Il testo è nato dalle ceneri della bozza della costituzione europea bocciata nel 2005 dai referendum in Francia e Olanda. Tutte le novità

Firmato il nuovo Trattato Ue. Prodi: "Si riparte"

Lisbona - I leader dei Ventisette hanno firmato a Lisbona il nuovo trattato istituzionale dell’Ue, che rimpiazza la bozza di Costituzione bocciata nel 2005 nei referenduum in Francia e Olanda. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha ricordato che per arrivare alla firma "c’è voluto coraggio" e ha avvertito che "ora tocca agli Stati membri dimostrare determinazione per concludere il processo di ratifica nei tempi previsti, entro il 2008".

"Unione più forte" Per Barroso il nuovo trattato "rafforzerà la capacità dell’Unione di agire" e di "dare migliori risultati ai cittadini europei", "rafforzerà la democrazia e il metodo comunitario ma anche il rispetto della sussidiarietà, darà ulteriore protezione giuridica ai cittadini europei attraverso la Carta dei diritti fondamentali e assicurerà una migliore coerenza nella nostra azione esterna.

Manca Gordon Brown Ultimo a firmare il Trattato di Lisbona, perché ultimo in ordine alfabetico degli Stati (United Kingdom), è stato il ministro degli Esteri britannico David Miliband. Ha firmato da solo, perché il premier Gordon Brown ha scelto di partecipare a un dibattito parlamentare a Londra. I rappresentanti degli altri Paesi erano sempre in due anche se in accoppiamenti a componimento diverso e dopo aver firmato si davano la mano per gli ultimi scatti dei fotografi. Il giovane Miliband era solo e volendo forse avere anche lui avere un momento di socializzazione iconografica dopo la firma, si è voltato verso il signore e la signora che avevano il compito di muovere il libro delle firme tra le varie autorità ed ha stretto la mano a loro che, pronti, hanno teso le loro sorridenti. Gli accoppiamenti nelle firme erano diversi. Per l’Italia ad esempio c’erano Romano Prodi e Massimo D’Alema, per la Francia il presidente Nicolas Sarcozy ed il premier Francois Fillon, per la Spagna Josè Luis Zapatero e il ministro degli esteri Miguel Angel Moratinos.

Prodi: "Due anni fa fu un atragedia, ora si riparte" "E' una giornata veramente molto importante: due anni fà l'Europa viveva una tragedia completa. Si è ricostruito adagio adagio un momento di unità e adesso si può ripartire". Con queste parole il premier Romano Prodi ha commentato con soddisfazione la giornata di Lisbona e la forma del Trattato. Prodi ha riconosciuto che il Trattato di Lisbona non ha la forza che l'Italia avrebbe voluto, ma realisticamente ha sottolineato che è "il massimo che si poteva avere", visto come si era compromessa la situazione europea dopo il no franco-olandese alla Costituzione di oltre due anni fa. Inoltre il trattato "non potrà essere cambiato in un periodo di tempo prevedibile: certamente però - ha aggiunto Prodi - ha tantissimi margini che permettono un vero progresso della politica europea ed una politica forte in un prossimo futuro".

Ratifica dei parlamenti Il testo è nato dalle ceneri della bozza della costituzione europea bocciata nel 2005 dai referendum in Francia e Olanda. Finalizzato nel summit del 18 ottobre nella capitale portoghese, il nuovo Trattato dovrà essere ratificato definitivamente dai singoli parlamenti nazionali, tranne in Irlanda dove si terrà un referendum, per poi entrare in vigore nel 2009, in coincidenza con le elezioni del Parlamento europeo e la nomina del nuovo esecutivo comunitario.

Presidente del Consiglio Ue Tra le novità le nuove figure del presidente del Consiglio europeo, eletto per due anni e mezzo, e dell’Alto rappresentate dell’Unione per la politica estera e di sicurezza comune, con il doppio ruolo di vicepresidente della Commissione europea. La nuova figura, che nella bozza costituzionale era il "ministro degli Esteri dell’Ue", sostuisce la posizione oggi ricoperta da Javier Solana come Alto rappresentante per la politica estera, espressione solamente del Consiglio europeo, e del commissario Ue per le Relazioni esterne, oggi Benita Ferrero-Waldner.

Viene anche esteso il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio in molte materie, per superare il potere di veto di ogni singolo Stato membro, anche su materie giudiziarie e di polizia, anche se Gran Bretagna e Irlanda hanno ottenuto la possibilità di non applicare le decisioni europee in questi settori.

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