Firme Rotunno (Pdl): «Dubbi su Verdi e Idv»

«Le firme le ho controllate una per una. Personalmente. Tutte 2200, cioè tutte quelle depositate in Tribunale. Ne avevamo raccolte quasi 2500. Ne ho pure cancellate alcune. Altre erano già state cancellate sui banchetti. Nomi non leggibili, certificazioni per conoscenza personale, identità autenticata da un consigliere di un comune quando il sottoscrittore era residente in uno limitrofo. Cose che succedono, ma rigorosamente, ribadisco, controllate da me. Le firme le ho ancora in fotocopia, non tutte, circa la metà».
Punta i piedi. Gli si gonfiano le vene. A tratti s'indigna. Ecco come scrupolosamente il Pdl ha raccolto le firme in provincia di Genova. A raccontarlo, in modo preciso, è il capogruppo in Provincia Giuseppe Rotunno che è stato il responsabile della raccolta dal 13 al 26 febbraio, coadiuvato in città da Giuseppe Murolo e Beppe Costa.
«Devo ammetterlo - spiega Rotunno - in un paio di settimane abbiamo fatto fatica a raccogliere 2500 firme. Eppure avevamo a nostra disposizione un esercito di un centinaio di autenticatori. Pure i colleghi del Pd mi risulta abbiano fatto fatica. Mi chiedo come invece abbiano fatto i colleghi di altri partiti minori, che peraltro non hanno tutti i nostri consiglieri comunali, a riuscire in quella che è stata davvero un’impresa. Sono stato personalmente fermato in centro a Genova per firmare contro la caccia. Ho detto di no.

Ma non vorrei che qualcuno fosse stato tratto in inganno. A la Spezia, addirittura, il partito di Di Pietro ha raccolto, in una manciata di giorni e con un paio di consiglieri le 1200 firme necessarie. Quasi un miracolo».

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