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Fischer attacca Lafontaine: «È solo un populista»

Il ministro degli Esteri e leader dei Verdi accusa l’ex numero uno della socialdemocrazia di essere come Haider e Le Pen

Nella sinistra politica tedesca costituivano una bella coppia, entrambi grassottelli e amanti di Marx, donne, birra e salsicce. Scalpitavano già nel turbolento ’68. Uno era rosso, socialdemocratico; l’altro verde, ecolopacifista e su posizioni extraparlamentari. Oggi, nell’incerto 2005, il rosso, Oskar Lafontaine, è l’ex numero uno della socialdemocrazia ed è alla testa con il neocomunista Gregor Gysi della Linkspartei (Partito di sinistra), un movimento fondato da poco che, stando ai sondaggi, aumenta consensi giorno dopo giorno. Il verde è l’attuale capo degli ambientalisti e ministro degli Esteri in carica, Joschka Fischer, che ha dimenticato i tempi duri e puri della contestazione. Dopo essersi tanto amati, si odiano. In un’intervista pubblicata ieri dal quotidiano bavarese Sueddeutsche Zeitung, Fischer si esibisce in una filippica contro Lafontaine, accusandolo di guidare un partito «che ricorda i populisti di destra, Haider, Le Pen e anche Möllemann».
Jörg Haider, governatore della Carinzia, ha costruito il proprio personaggio dando una scossa al sonnolento panorama politico austriaco: chiedeva il controllo dell’immigrazione extracomunitaria quando questa non costituiva ancora un fenomeno di massa. Jean-Marie Le Pen è il piccolo Führer del Fronte Nazionale, l’estrema destra francese. Jürgem Möllemann, ex ministro liberale tedesco morto due anni fa in un lancio paracadutistico, fu più volte discusso per sue dichiarazioni ritenute troppo di destra. Quella della Linkspartei, sostiene Fischer nell’intervista, «non è sinistra: è destra. Anche il populismo delle promesse sociali rappresenta un pericolo».
L’astio del ministro degli Esteri non sorprende. Il nuovo schieramento di estrema sinistra - composto dai neocomunisti del Pds e dalla Wasg (Alternativa elettorale per il lavoro e la giustizia sociale) di Lafontaine - erode consensi, sempre stando ai sondaggi, alla coalizione governativa composta da socialdemocratici e verdi. La Linkspartei promette il ripristino delle coperture sociali, ridotte dal cancelliere Gerhard Schröder e da Fischer, posti di lavoro prima ai tedeschi e poi agli extracomunitari, un migliore potere d’acquisto. Per l’ex barricadiero Joschka questo è populismo. «In passato - dice Fischer - avevo un’ottima opinione di Lafontaine. Ma il politico che se la prende con il lavoratore straniero non è più l’Oskar che io ho conosciuto»
Un sondaggio reso noto ieri, condotto dall’istituto demoscopico “Forsa”, conferma che il grosso dei potenziali elettori di Lafontaine e Gysi si sente tradito dalla politica del governo. «Protesta e delusione», ecco le ragioni per cui la Linkspartai dovrebbe entrare nel prossimo Parlamento. Le elezioni anticipate, decise da Schröder, si terranno il 18 settembre. Un altro sondaggio di ieri, pubblicato dal quotidiano berlinese Berliner Zeitung, dà in leggero recupero i socialdemocratici e in calo l’opposizione cristiano-democratica. Né la sinistra, nel suo insieme, né il centro-destra, liberali compresi, otterrebbero la maggioranza. In questo caso, un notabile socialdemocratico, Peer Steinbrück, auspica una grande coalizione tra socialdemocratici e cristiano-democratici.

Così Fischer, Lafontaine e Gysi sarebbero fuori gioco.

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