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Fli divisa: è lite sulle poltrone

I primi passi del Fli sono barcollanti. Gli esponenti del partito litigano sull'organigramma e sugli incarichi da assegnare. L'ipotesi Bocchino segretario non piace ai moderati. Fini: "Dobbiamo essere compatti". Totonomine sui capigruppo: Briguglio, Urso o Della Vedova?Viespoli riunisce i senatori: "Non vogliamo il coordinatore unico"

Fli divisa: è lite sulle poltrone

Milano - C'è chi va via dal Fli e chi invece rimane. Per litigare però. Perché se la nuova formazione politica di Fini dice di guardare al futuro, il presente rivela incomprensioni, baraonde e discordanze interne, mentre il passato è fatto di esponenti dell'intellighenzia, politologi ed ex deputati che hanno preferito non scommettere su Futuro e libertà.  "Le nostre poltrone sono sedute sulle sabbie mobili, e noi stiamo qua a litigare per queste poltrone...". Un finiano convinto, nel corso della pausa pranzo dell’assemblea costituente, sintetizza così la delicata situazione politica e lo scontro aspro in atto in Futuro e libertà.

Lite sulle nomine
Dalla notte, nelle riunioni interne del Fli si respira un'aria di tensione. Il tema della discordia è la nomina di segretario della nuova formazione e la lotta interna tra falchi e colombe. L'ipotesi di Italo Bocchino segretario non convince l'ala moderata del partito. E così, per cercare di sedare un po' gli animi è intervenuto Gianfranco Fini che ha deciso di riunire per questa sera i vertici del partito per trovare una soluzione comune e condivisa. La parola d'ordine è: decidere su un nome e non far trapelare l'immagine di un partito irto di dissidi e correnti. Insomma, non ripetere quelle stesse cose che avvennero in An e che il presidente della Camera definì "metastasi". La commissione statuto è al lavoro per definire gli assetti degli organigrammi, ma l'impresa non è delle più semplici.

Diventare il nuovo centrodestra Ieri il leader di Fli si è detto "soddisfatto" della volontà espressa in diversi interventi di lavorare per fare di Fli la forza di centrodestra che, presto o tardi, raccoglierà i consensi al termine dell’era berlusconiana. Ma lo scontro per le poltrone c'è e si vede.

Totonomine Oltre a quella ancora in piedi di Bocchino come segretario, balenano anche altre ipotesi, come quella di una sorta di direttorio per la gestione collegiale di Fli, e anche atri nomi, come quelli di Briguglio, Urso, Della Vedova per il ruolo di capogruppo. "Stasera dobbiamo uscire con un’intesa, non possiamo dividerci. Troveremo la formula", ha spiegato Fini ai suoi il leader futurista. Lo stesso Fini che però, in via riservata, aveva espresso gradimento per la scelta di affidare a Bocchino la guida del partito. Viste le premesse, c'è chi scommette che la promessa non verrà mantenuta. Tra le altre cose, c'è anche da registrare il malumore di Adolfo Urso, che avrebbe posto il suo veto alla scelta di assumere l’incarico di portavoce, rimettendo tutto lo schema in discussione. Pasquale Viespoli ha riunito i senatori e sono in corso anche altre riunioni per cercare un’intesa sulla ripartizione dei ruoli. I moderati del partito insistono affinchè ci sia una soluzione condivisa, magari un coordinamento nella prospettiva di "unità e di continuità".

Bocchino smentisce e denuncia "L’importante è che ci sia una linea politica chiara e una governance altrettanto chiara". E' questo l'auspicio di Italo Bocchino che poi smentisce sulle divisioni che minerebbero l'unità del partito. "Non è vero che Fli si sta dividendo sull’organigramma di Futuro e libertà", dice il pasdaran Bocchino, che poi aggiunge: "È il momento di fare squadra, questa sera penso che Fini ci darà una indicazione da recepire, io sono minoritario, mi atterrò alle decisioni" che prenderà l'Assemblea costituente, visto che -conclude il capogruppo di Fli - siamo un partito aperto e libero". Intanto, dopo mesi di annunci, Bocchino si è deciso a denunciare per stalking Alessandro Sallusti, Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri a causa dei numerosi articoli di Libero e de Il giornale che definisce "persecutori".

Il commento di Storace "Ascoltare gli interventi finiani è uno spasso. In una specie di training autogeno, ripetono ossessivamente la parola destra, sembrano orfani... L’unico coerente è stato un immigrato che giustamente si è limitato a vomitare odio su Berlusconi. I nuovi italiani sono più rossi che neri, altro che destra", dichiara con una nota Francesco Storace segretario nazionale de La Destra. 

L'ex Fli Moffa "La primavera politica di cui parla Fini non mi convince. E non ho nostalgia per chi sta a Milano". Silvano Moffa, ex deputato di Fli, oggi nel gruppo di Iniziativa Responsabile, dice la sua sull’Assemblea costituente di Futuro e Libertà, difendendo la scelta di aver lasciato la compagine finiana. "Ormai il loro è un ruolo di nicchia che tende a esaurisi, avendo perso anche appeal nel campo dell’innovazione della politica. Se non vanno a rimorchio di Casini, non hanno futuro".

Richiesta dimissioni Il Movimento per l’Italia del Sottosegretario Daniela Santanchè torna a chiedere le dimissioni di Gianfranco Fini alla luce del battesimo ufficiale di Futuro e Libertà con l’assemblea costituente di Milano. "Ora se ha un pò di dignità non può che dimettersi da presidente della Camera, non solo per la conferma della proprietà della casa di Montecarlo da parte del cognato ma per il fatto che ha scelto da tempo di fare il capopopolo", tuonano gli esponenti dell'Mpi.

La risposta di Briguglio "Si parla del fatto che Fini si debba dimettere da presidente della Camera e allora affrontiamo problema. Sapete cosa significa? Questo vuol dire consegnare la presidenza di Montecitorio a Silvio Berlusconi". Ne è certo Carmelo Briguglio, che poi rincara la dose: "Vuol dire lasciare solo il presidente della Repubblica ad affrontare la protervia, l’arroganza e l’assalto alla Costituzione e vuol dire anche che il Parlamento, simbolo della libertà di tutti possa essere considerato proprietà privata.

Non possiamo far capitolare Montecitorio".  

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