Fli e Udc aiutano la sindaco a difendere i violenti

(...) A Tursi va in scena l’apologia della violenza, della voglia di G8. Gianni Bernabò Brea del gruppo Misto, Alessio Piana della Lega Nord e Matteo Campora del Pdl presentano un ordine del giorno difficile da non condividere. A proposito degli scontri e della devastazione di Roma, il documento esprime solidarietà alla «guardia di finanza e alle altre forze dell’ordine presenti», condanna «questi fatti gravissimi perché nessuno può avere libertà d’azione quando agisce in una forma estremistica e di vigliaccheria come quella mostrata». Il massimo dell’accezione negativa nei confronti dei devastatori si raggiunge quando i consiglieri li descrivono come «violenti teppisti». Parole evidentemente non condivisibili per la sinistra, ma anche per Fli e Udc.
L’ordine del giorno chiede di «esprimere assoluta fermezza nei confronti di tali azioni e ancor più verso gli autori delle stesse per porre fine alle attività aggressive di questi professionisti del disordine e del caos, frutto della falsa ideologia basata sulla distruzione e che trova terreno fertile, troppo spesso tollerato dalle istituzioni, nei centri sociali e nei gruppi anarchici ed insurrezionalisti». Insomma, neppure un accenno a responsabilità di partiti. Solo condanna dei violenti. Ineccepibile, ma solo in apparenza.
Al momento del voto le mani scattano in alto per dire che il contenuto dell’ordine del giorno non è accettabile. Per dire che la maggioranza non crede sia giusto condannare le violenze di piazza. Per impedire che dalla «città dei diritti» arrivi un piccolo buffetto a chi si arroga il diritto di negare le idee altrui con spranghe e bottiglie molotov. Questa volta almeno la sindaco e i suoi evitano di restare in silenzio. Si esprimono e dichiarano la loro scelta di campo contro la condanna dei teppisti.

Il silenzio è la scelta di un’altra parte politica, di quella parte che si dichiara moderata, che vuole salvare l’Italia dagli estremismi. Ma che pur di rendere omaggio all’unico punto programmatico che li unisce, cioè l’avversione a tutto ciò che arriva dal centrodestra, preferisce non dare neppure la solidarietà alle forze dell’ordine.

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