«Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione» diceva Henri Matisse senza sapere che sulla stessa lunghezza d'onda si sarebbero schierati gli animi di artisti dell'ago e del filo. Se prendiamo in considerazione l'estate in arrivo, due sono gli argomenti sorprendenti: i colori fluo che in modo eccelso sono stati usati da Raf Simons per la collezione Jil Sander - i gialli, i verdi, gli arancio, i rosa, i fucsia, i bluette spesso usati insieme - e il total blue di Giorgio Armani. Una sorta di cromoterapia che nasce dalla necessità tutta psicologica di tirar su il morale. Una donna in technicolor, del resto, non è altro che un gigantesco fiore, pronto ad attrarre tante api. Insomma, vista dai fashion designer questa sarà l'estate degli effetti speciali, dei colori saturi e intensi come quelli dei palloni, una sorta di viaggio fra arte contemporanea e natura. Detta così sembrerebbe che a determinare la tavolozza di una stagione sia lo stato d'animo o il capriccio di un creativo. In verità lo studio del colore è tutt'altro che casuale. «La cartella colori di una stagione nasce due anni prima» spiega Grazia Billio, designer e membro di Colorcoloris, gruppo di ricerca italiano con dodici professionisti nell'ambito dell'architettura, del design e della moda, riconosciuto da Intercolor, organizzazione che raggruppa 15 Paesi nel mondo e che sistematicamente convoca riunioni di lavoro e di confronto in tutti i paesi membri, a rotazione. «In questo momento c'è una grande orientalizzazione nell'ambito di questa organizzazione perché ci sono molti Paesi orientali che spingono per entrare e vengono appoggiati dalle rispettive università» dice Billio sottolineando anche come in questi ultimi tempi a farla da padrone siano soprattutto le tendenze dell'home design. La moda costa e perciò nessuno ha voglia di rischiare colori che variano di stagione in stagione per pezzi di un certo valore. Per questo i capi significativi del guardaroba sono quasi sempre acquistati in tonalità sicure: il bianco il nero il blu, per esempio, e i naturali. Si azzarda volentieri, invece, nei piccoli pezzi, negli accessori e negli oggetti per la casa. Certo, poi ci sono gli artisti: Armani ha mandato in passerella per la linea Giorgio Armani un unico colore, il blu. «Erano anni che volevo fare il blu, lho fatto totale, dallinizio alla fine così nessuno oserà più creare una collezione totalmente di questo colore!» diceva alla fine della sfilata. Cosa ci porteremo, comunque tutto di questo colore, nel prossimo inverno? «Per l'estate sono piaciuti il giallo, il bluette, il bianco, l'arancio e un verde vegetale. Di tutti questi colori porterò nell'inverno l'arancio e il bluette - sostiene Angelo Marani appassionato sperimentatore di stampe e colori - ma amo anche il miele e il biscotto, tonalità calde e naturali» aggiunge osservando come il bluette in Francia e in Olanda non si sia mai venduto granché. Il blu Royal, in Francia è quello della bandiera: si vendeva bene ovunque nel mondo tranne che in patria. «Ora questo colore piace tanto alle russe, alle orientali, alle spagnole» conclude Marani facendoci osservare che intorno al gradimento di un colore ci sono tante ragioni. Non ultima quella legata alla propria storia. Noi italiani, per esempio, abbiamo un grandissimo legame con il rosso indicato da Colorcoloris come uno dei toni vedette del prossimo inverno.
Un colore che viene spesso associato alla cultura italiana a partire dagli affreschi etruschi fino alle decorazioni dei muri di Pompei, e ai famosi capelli dipinti da Tiziano Vecellio, dal simbolo dei mille volontari di Garibaldi che 150 anni fa unirono il nostro Paese al veneziano usato nel 1753 per dipingere le facciate dei palazzi a Venezia, dal rosso del Campari a quello del Martini fino al rosso Ferrari, altro simbolo di eccellenza. Insomma il rosso italiano dovrebbe farla da padrone anche nella moda del prossimo inverno. Insieme al blu profondo ma luminoso, un colore che induce alla meditazione, e ai colori della terra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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