Economia

Fmi: Italia in recessione E Draghi ora chiede agenzia di rating europea

Secondo gli economisti di Washington, tutta l'Eurozona soffrirà nel 2012. La Bce: "Timidi segnali di stabilizzazione". Ma avvisa: "Il fondo salva-Stati deve diventare immediatamente operativo". E Parigi non riesce a collocare tutti i 9,5 miliardi di titoli di Stato

Fmi: Italia in recessione E Draghi ora chiede agenzia di rating europea

Pessime notizie per l'economia italiana dal Fondo monetario internazionale, secondo cui il Paese si prepara ad affrontare due anni di recessione nel 2012 e nel 2013. Il problema resta quello della crisi dell'Eurozona, che contagia e fa vacillare un po' tutte le economie internazionali: "La ripresa globale è minacciata dalle crescenti tensioni nell’area dell’euro". Così l'istituto ha dato un taglio netto a tutte le statistiche perché "ci si aspetta che l’economia dell’euro area finirà in una lieve recessione nel 2012". La crescita mondiale, del resto, sarà di appena il 3,3% quest’anno e del 4% il prossimo, con una revisione al ribasso, rispettivamente, di 0,7 e 0,5 punti percentuali. Ben peggiore sarà però la situazione italiana: nel 2012 si registrerà un pil al -2,2%, con un taglio di ben 2 punti e mezzo rispetto alle stime di settembre scorso. E nel 2013 salirà di poco, attestandosi a -0,6%.

Secondo la Banca centrale europea, invece l'Europa ce la può fare: "Vi sono timidi segnali di una stabilizzazione dell’attività su livelli modesti" e l’economia dell’area euro nel 2012 dovrebbe registrare una "ripresa, seppure molto graduale". Questo, però, a condizione che diventino immediatamente operativi "gli strumenti europei per la stabilità finanziaria", che renderanno più efficace il fondo salva-Stati messo a punto nei mesi scorsi.

Eppure la pressione finanziaria si fa sentire. Tanto che, dopo il declassamento di Standard & Poor's, la Francia non è riuscita a collocare tutti i titoli di stato a medio e lungo termine. Parigi ha venduto 7,965 miliardi di titoli con scadenza nel 2014, 2015 e 2016 contro un obiettivo prefissato di 9,5 miliardi.

Ora il presidente della Bce chiede che l’Europa si doti di una sua agenzia di rating e ribadisce: "In definitiva, dovremmo imparare a vivere senza". Secondo Mario Draghi, inoltre, il nuovo prestito della Bce a 3 anni che verrà lanciato a febbraio "sarà probabilmente inferiore al primo", ma "avrà una domanda alta".

Del resto anche la Bce crede in una lenta ripresa. L’inflazione non scenderà almeno per diversi mesi e "si manterrà probabilmente su livelli superiori al 2%". Tuttavia, nel medio periodo l’andamento dei prezzi dovrebbero bilanciarsi. Il rischio è che ci siano rincari a causa di imposte indirette e o di possibili aumenti nei prezzi delle materie prime.

"I governi dei paesi dell’euro devono adoperarsi al massimo per la sostenibilità dei conti pubblici correggendo i disavanzi eccessivi nel rispetto dei calendari concordati e realizzando infine il pareggio o un avanzo strutturale di bilancio nel medio periodo". In questo senso il patto di bilancio europeo (fiscal compact) approvato a dicembre è "un importante contributo per assicurare la sostenibilità" dei conti pubblici, ma "la formulazione delle regole deve essere efficace e priva di ambiguità". A questo devono aggiungersi riforme strutturali "audaci e ambiziose, tese a prevenire e a correggere gli squilibri macroeconomici e di bilancio".

La Bce, quindi, chiede una ricapitalizzazione delle banche che non fermi il credito.

È importante anche riformare i mercati dei beni e servizi perché si arrivi "alla piena apertura a una maggiore concorrenza", mentre "le riforme del mercato del lavoro si dovrebbero incentrare sulla rimozione della rigidità e su una maggiore flessibilità salariale".

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