Foibe, l’Italia accusa la Croazia nella «Giornata del ricordo»

Anna Maria Greco

da Roma
«Il dramma delle foibe - afferma Carlo Azeglio Ciampi -, con il suo doloroso retaggio di orrore e di lutti, è parte integrante della storia della nazione». In tutt’Italia si celebra la «Giornata del Ricordo» e il presidente della Repubblica invia un messaggio al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che rappresenta la comunità direttamente colpita dalla tragedia.
Per il Capo dello Stato trasmettere alle nuove generazioni il monito degli eccidi alla fine della II Guerra mondiale e dell’esodo giuliano-dalmata serve a «rendere più salda la democrazia nel suo cammino di crescita verso un futuro di pace e piena integrazione fra le nazioni e fra i cittadini del mondo».
Le commemorazioni si tengono in molte città italiane: le bandiere si abbassano a mezz’asta, nei palazzi delle istituzioni si osserva un minuto di silenzio, si piazzano steli e si depongono corone di fiori. Come all’Altare della Patria, a Roma, dove ci sono il presidente del Senato Marcello Pera e uno stuolo di ministri. Una cerimonia si svolge a Palazzo Chigi e Silvio Berlusconi dice che la «congiura del silenzio» è stata rotta da questo governo, ma non basta. Ora, bisogna risolvere i «problemi ancora aperti». Il premier parla dei risarcimenti alle vittime delle foibe e agli esuli istriani-dalmati e lancia un avvertimento. L’ingresso della Croazia nell’Ue «è in una fase particolare e ci concede una posizione da sfruttare perché dipende da un nostro sì», dice. L’Italia farà dunque pressioni perché il governo di Zagabria faccia approvare rapidamente dal suo parlamento la norma che riconosce il pagamento dei danni. Sul fronte interno, invece, il premier s’impegna a riaprire un tavolo per individuare «chi ha maggior diritto a questo rimborso». Lo dice perché ha fiducia nel successo della coalizione alle prossime elezioni: sarà la Cdl, afferma Berlusconi, che «avrà il governo del Paese nei prossimi 5 anni» e questa sarà una delle sue priorità. Le vicende delle foibe, per il premier, dimostrano che «il comunismo è stata l’impresa più disumana, più criminale della storia» e ha provocato «miseria, terrore e morte».
Anche il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, avvisa: «La Croazia può essere europea, ma prima paghi i conti con la storia». Se questo Paese ha il diritto di entrare nell’Unione, precisa il leader di An, ha anche «il dovere di non discriminare», mentre oggi un italiano che vive in questo Paese «non può neanche acquistare un immobile».
È il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, a rappresentare l’esecutivo a Trieste, dove una folla di esuli gremisce la sala del Consiglio comunale, al culmine di una giornata di eventi in memoria delle foibe. «La pace si costruisce secondo giustizia», dice Landolfi e promette che le richieste che gli esuli giuliano-dalmati avanzano ormai da 60 anni per i loro beni abbandonati, saranno presto soddisfatte. Il ministro di An condanna il silenzio troppo lungo su questo dramma e le reticenze che ancora esistono, ma con un segnale bipartisan dice di condividere la proposta di un incontro tra i capi di Stato e di governo italiano, sloveno e croato, rilanciata anche dal segretario dei Ds, Piero Fassino, durante la sua visita a Trieste di qualche giorno fa.
Questo dramma, ammette il Ds Luciano Violante, è stato purtroppo dimenticato «per convenienza, perché di Tito, nemico di Stalin, ovviamente non si poteva parlar male». Il sindaco di Roma Walter Veltroni fa un parallelo tra «le migliaia di vittime della foiba di Basovizza e del campo di sterminio nazista della Risiera di San Sabba», dicendo che nessuno deve dimenticare il dolore e l’affronto subiti. «Questa - spiega - è la storia di tutti gli italiani, i giochi della politica non possono né devono entrarvi. Non sono più ammesse amnesie».
Alla cerimonia in Campidoglio partecipa il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che parla di «epilogo del fanatismo ideologico e del nazionalismo militante». Ora, aggiunge il leader dell’Udc, si è concluso positivamente un percorso di verità: «Non ci sarà più posto in Italia per un’idea della politica che vede nell’avversario un uomo da eliminare».
Le polemiche, però, non mancano. Letizia Moratti, ministro dell’Istruzione, nella cerimonia commemorativa a Milano lancia un appello agli insegnanti, dicendo che «bisogna ricordare nella verità, senza timore che questo possa essere oggetto di strumentalizzazione».

La mostra sulle foibe rifiutata dall’ateneo RomaTre sarà ospitata nel suo ministero. Senza polemica col rettore, si precisa. Ma lui, Guido Fabian, replica: «Un’università non ospita comizi politici. Se il ministro lo ritiene opportuno, liberissima di farlo».

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