Gianandrea Zagato
Un minuto di silenzio e bandiere a mezzasta: Milano celebra il «Giorno del Ricordo». Appuntamento per non lasciare nelloblio le vittime delle foibe, quei ventimila italiani assassinati dai comunisti slavi sul confine orientale e anche quei 350mila costretti allesilio dal regime titino. Tragedia e martirio che «oggi appartiene a tutta la nazione» afferma Gabriele Albertini: «Grazie a quella legge del marzo 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo e che suscita la gioia dei giuliano dalmati perché si è raggiunto lobiettivo dellistituzionalizzazione della loro memoria».
«Obiettivo» di un provvedimento che, aggiunge il sindaco, «ci riconcilia con la storia e la giustizia perché i giuliano dalmati furono colpiti dalla violenza dei loro persecutori, ma anche dalla dimenticanza e dallindifferenza dellItalia che ha censurato quella tragedia per opportunità politica». Fotografia del passato, di quando «si volevano dimenticare le responsabilità comuniste e si autoassolveva il Pci di Togliatti» chiosa Roberto Predolin, assessore comunale di An ed esponente dellassociazione Venezia-Giulia e Dalmazia. Tentativi di disinformazione dettati «dal dominio della ragione politica sulla verità storica» aggiunge Stefano Zecchi: «E il ricordo ha un valore politico perché lomissione è stata politicamente determinata per non perdere i rapporti con lex Jugoslavia». Lettura storica che lassessore alla Cultura fa al convegno sul tema organizzato in Sala Alessi, «la storia vissuta dagli uomini, dalle donne e dai bambini giuliano-dalmati e fiumani è una storia che non si è voluta scrivere non per mancanza di memoria ma per volontà politica».
Nota, questultima di Zecchi, accolta dagli applausi della platea dove gli eredi delle vittime delle foibe e dei 350mila istriani fiumani dalmati costretti allesilio dalle loro terre dorigine «chiedono ancora oggi giustizia alla storia dei vinti». Richiesta fatta «con voce alta e fiera» che, secondo il candidato sindaco della Casa delle Libertà Letizia Moratti, è anche «un appello per le generazioni future». «Un appello alla coscienza di chi opera vicino ai giovani perché le generazioni future possano ricordare nella verità senza timore che questo ricordo possa essere oggetto di strumentalizzazioni» è stato il saluto «commosso perché so comè difficile ricordare» di Letizia Moratti. Che da ministro dellIstruzione ha precisato come «le scuole riflettano su questo episodio della storia nella totale autonomia. Episodio dove migliaia di uomini e donne sono stati uccise avendo come unica colpa quella di amare lItalia e di non accettare lannessione della propria terra alla Jugoslavia.
Ma evidentemente questa versione originale continua a dar fastidio, «non si spiegherebbe altrimenti perché la Provincia di Milano in un suo convegno organizzato dallassessore allIstruzione, Sandro Barzaghi, abbia preferito evidenziare i presunti torti che sarebbero stati fatti dagli italiani agli slavi» denuncia Paola Frassinetti, capogruppo provinciale di An. Accusa di «mistificazione della storia», senza alcun «rispetto dei morti e delle sofferenze» che, continua lesponente di An, «non contribuisce certo a lasciare alle spalle rancori esasperati». E mentre i Ds tramite Marilena Adamo parlano di «memoria di parte» perché sarebbe «mancato il coinvolgimento dellopposizione alla giornata dedicata a una memoria comune», Ignazio La Russa replica che «non siamo noi che dobbiamo coinvolgerli»: «Come An contribuisce a organizzare la fiaccolata in programma oggi (alle 17, da piazza Scala a San Babila, con interventi di La Russa, Riccardo De Corato ed esuli, ndr) così potevano fare i Ds».
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