Marianna Bartoccelli
da Roma
«Posizione condivisibile, doverosa perfino ovvia». Sono queste le parole con le quali il leader dellUdc Marco Follini sottolinea lintervento di Berlusconi sulle posizioni della Lega sullEuropa. «Apprezzo che il premier ribadisca limpegno europeista del governo e tronchi di netto un chiacchiericcio improprio che in troppi avevano alimentato attorno alleuro». Gli fa eco il ministro Fini che intervenendo alla presentazione del libro di Nino Andreatta sullOnu afferma: «Per lItalia non cè futuro fuori dallEuropa». E sulla Lega è altrettanto categorico: «La posizione leghista è ampiamente minoritaria sia nel governo che nellopinione pubblica italiana. Non la demonizzo, ma appartiene a una minoranza...». Anche il presidente Casini, dallo stesso pulpito di Fini, sembra schierarsi contro le proposte della Lega e spiega: «I risultati delle scelte europeiste nella quali lItalia è sempre stata in prima linea non possono essere cancellati con un tratto di penna assecondando pulsioni velleitarie e irrazionali». Quasi tutti i leader della Cdl si schierano quindi accanto a Silvio Berlusconi nel prendere le distanze dalle posizioni leghiste. Il vice-ministro Urso non ha dubbi: «La linea politica del presidente del Consiglio sgombra il campo da ogni equivoco: lEuropa è il nostro destino, indietro non si torna». E attacca la Lega: «Oggi si pongono le fondamenta di quel grande partito del centro-destra, cattolico, liberale e nazionale di cui certamente la Lega non vuole e non può far parte». Sempre nel centrodestra cè chi, come Gianstefano Frigerio, coordinatore dei Dipartimenti di Fi, definisce la fuga dallEuropa «unisteria autolesionista». A sinistra oltre a Piero Fassino che parla della necessità di «rilanciare lintegrazione europea» e accusa questo governo di «non giocare la partita, ma di stare ai bordi del campo per fischiare i falli degli altri», Enrico Letta ha sottolineato «lindissolubile legame tra sviluppo dellItalia e lintegrazione con lEuropa». Giudica positivamente il parere di Berlusconi Roberto Villetti dello Sdi che sostiene come il premier si è reso conto che per lItalia «avere un governo nel quale componenti fondamentali contrastano la moneta comune significa perdere di credibilità e indebolire ulteriormente il paese nei confronti degli altri partner europei». Secondo Villetti le posizioni della Lega dentro la Cdl trovano «autorevoli ancoraggi, come nel caso di Tremonti».
Per la Lega rispondono il ministro Castelli e leurodeputato Speroni. Il primo rilancia il referendum sulla Costituzione europea. «Sono convinto - afferma - che gli euroscettici in Italia siano molti di più di una minoranza. Per verificarlo serve il referendum». Ne è convinto anche Speroni che accusa Berlusconi di «voler lasciare lEuropa preda dei corvi anziché darle un degno funerale». E aggiunge: «Gli altri partiti della maggioranza sono esattamente uguali alla sinistra.
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