Una fondazione contro gli abusi di potere

Massimo Malpica

Una fondazione contro gli abusi di potere, nata per iniziativa di chi è stato vittima di un «ciclone giudiziario», l’ex presidente di Trambus Fabio Petroni. La vicenda non riguarda però la rimozione del dirigente dal vertice dell’azienda di trasporto, voluta da Veltroni nel 2002, anche se ieri, in conferenza stampa, non sono mancati i riferimenti a quell’episodio. La storia che ha spinto Petroni, insieme a sua moglie Silvina Dias, a battezzare la «Fondazione europea contro gli abusi di potere» è precedente: si tratta dell’odissea giudiziaria seguita all’acquisto e alla ristrutturazione di un’azienda agrituristica di 400 ettari, l’Uccellina, nel Parco della Maremma.
A settembre 2000 la coppia ricevette dalla procura di Grosseto un avviso di garanzia dopo la contestazione, da parte delle guardie del Parco, di presunte violazioni nella realizzazione di due viottoli per la discesa a mare e nell’allargamento di un sentiero sterrato lungo la costa, interventi che peraltro, a quanto sostiene Petroni, si è poi accertato essere stati effettuati dallo stesso ente parco: le discese nel 1975, il sentiero nel 1982. Due settimane dopo, su richiesta del pm Paolo Calabria, il gip toscano Armando Mammone ordinò il sequestro preventivo dell’intera azienda, con tanto di blitz della Finanza all’alba del 16 settembre, allontanamento immediato degli sconcertati ospiti dell’agriturismo e apposizione dei sigilli agli edifici. Per i presunti «abusi edilizi», che secondo i magistrati avrebbero provocato «danni ambientali» tra i quali, si legge nella motivazione del sequestro, «in particolare la distruzione di alcune piante di ginepro», prende così il via un’inchiesta degna più di un golpe che dell’abbattimento di un paio di arbusti. Vengono disposti accertamenti sulle operazioni bancarie della società dei coniugi Petroni ai quali era intestata l’azienda agrituristica, e i controlli si spingono anche ai parenti, mentre i clienti della struttura «sfrattati» il giorno del sequestro si ritrovano interrogati come testimoni, e così pure i giornalisti dei quotidiani che avevano scritto sul nuovo agriturismo. Eppure, a febbraio del 2001, la Cassazione annulla il sequestro restringendolo alla sola area di pochi metri quadrati dei presunti abusi e disintegra la decisione di Pm e Gip, definita «abnorme».
Petroni e la Dias, allora, citano in giudizio la presidenza del Consiglio «per responsabilità civile dei magistrati per grave violazione della legge determinata da negligenza inescusabile». A febbraio 2005 il tribunale di Genova dà ragione alla coppia e condanna Palazzo Chigi a rimborsare 430mila euro per il grave errore dei magistrati. Somma che i due utilizzano per «finanziare» la nascita della Fondazione, che avrà sede in Lussemburgo e, oltre a garantire il gratuito patrocinio ai casi di abuso individuati a carico di persone non abbienti (e servizi a tariffe certe per tutti), potrà contare su un qualificato comitato scientifico per «condurre studi e ricerche a livello europeo in materia di abuso di potere, che possano essere presupposto per modifiche legislative e iniziative parlamentari in materia», spiega Petroni.
Lui, dopo quella disavventura, ne ha vissuta un’altra quando il sindaco gli revocò l’incarico di presidente di Trambus, per peculato. «Non ne parlo qui perché il procedimento è in corso.

Nonostante l’ignominiosa revoca ho la coscienza a posto: ho combattuto la mia battaglia per far sì che il trasporto a Roma non diventasse un monopolio pubblico mosso da interessi privati, ma ho perso. Credo che con il mio piano industriale si sarebbero evitate all’azienda cospicue perdite».

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