Fondi per le aree Expo? Spunta la Cassa depositi e prestiti

A meno 15 giorni dalla registrazione in sede Bie del dossier siglato da Letizia Moratti e accompagnato da una lettera firmata da Silvio Berlusconi a garanzia degli impegni assunti dal Comune, né il sistema bancario né il ministero dell’Economia si sono ancora seduti al tavolo della mano finale di una partita dalle vincite (o dalle perdite) a nove zeri. L’expo-scetticismo spesso manifestato da Giulio Tremonti solo in parte giustifica il silenzio che il ministro s’è imposto in ordine al definitivo sblocco dei fondi statali. La partita ruota intorno alle aree oggi non edificabili e, per questa ragione, stimate attorno ai 200 milioni di euro. Le banche non lesinerebbero certo un maxiprestito dietro la copertura di terreni potenzialmente in grado di quintuplicare il loro valore.

Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare dei veti politici. La Lega, per esempio, vede come il fumo negli occhi l’operazione immobiliare. E ora si mormora che per comprare le aree i fondi potrebbero essere erogati non dalle banche dalla statalissima Cassa depositi e prestiti.

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