Fonsai, maxi-rosso da 930 milioni Erbetta: «Ma il peggio è alle spalle»

L’aiuto di Unicredit è stato vitale per Fonsai: la compagnia della famiglia Ligresti non solo ha chiuso il 2010 con 928,9 milioni di perdita ma ha visto cadere al 97% il margine di solvibilità, decisamente al di sotto della soglia (100%) violata la quale l’Isvap impone di ricapitalizzare. Il riassetto di «casa Ligresti», atteso entro l’estate, dovrebbe comunque risollevare i margini al 126% riportando la tranquillità. Come per la controllata Milano Assicurazioni, la perdita di Fonsai è stata amplificata da una impietosa pulizia di bilancio (con svalutazioni per 389 milioni sui pacchetti azionari di Generali, Unicredit e Mps) e l’aumento delle riserve. Brusca la reazione di Piazza Affari dove il titolo ha ceduto il 3,5%, mentre l’ad Emanuele Erbetta si confrontava con gli analisti assicurando che il peggio è alle spalle.
Fonsai e la Milano (-6%) chiederanno al mercato rispettivamente 450 e 350 milioni, gli aumenti - ha proseguito il manager subentrato a Fausto Marchionni - permettono di raggiungere gli obiettivi patrimoniali senza dover fare cessioni «poco convenienti». Al momento il rischio dell’inoptato è sulle spalle del Crédit Suisse (per 500 milioni), ma 140 dovrebbero passare a Unicredit che l’ad Federico Ghizzoni si è detto convinto che non ci saranno problemi Antitrust.
Risolta la partita finanziaria, ora la priorità per Fonsai è comunque concentrarsi sul core business e pertanto il gruppo rifletterà sul destino di Atahotels, anch’essa in perdita e attiva nel mondo alberghiero. Il consiglio ha intanto definitivamente deciso l’uscita dai cantieri di Citylife, sfruttando l’opzione put con Generali.

Nessuna visibilità invece sulla politica dei dividendi: «Abbiamo presentato un budget per il 2011 che abbiamo intenzione di battere ma che resta il punto di partenza. Per come stanno andando le cose nei primi mesi dell’anno siamo ottimisti».

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