Fonsai, a Palladio la prossima mossa

Settimana cruciale per capire se nel futuro di Fonsai c’è solo il matrimonio con Unipol, cui fanno da sensale Mediobanca e Unicredit, o se invece ci sarà un altro epilogo alla storia finora scritta dalle banche. L’ingresso dei «dogi» di Palladio Finanziaria per ora non sembra nascondere una cordata capace di far saltare il progetto Unipol. Ma di certo spariglia le carte della partita. La holding veneta ha investito 10 milioni per il 2,25% del capitale della ex compagnia dei Ligresti e potrebbe continuare lo shopping, forte di un’adeguata liquidità in cassa (circa 200 milioni) e delle ampie deleghe di cui godono i due ad, Giorgio Drago e Roberto Meneguzzo (nella foto), che possono effettuare investimenti in titoli senza autorizzazioni ulteriori fino a un massimo di 50 milioni. Una cifra che consentirebbe, ai prezzi attuali, di salire fino al 10% di Fonsai. L’intraprendenza dei veneti pare non sia piaciuta né a Piazzetta Cuccia né a Unicredit, nonostante i solidi rapporti di Palladio con i salotti milanesi della finanza. O forse anche per quelli, considerando che la mossa di Palladio su Fonsai non può non intrecciarsi con gli equilibri nelle Generali, dove i veneti sono presenti direttamente tramite il veicolo Ferak con l’1,7% al quale hanno aggiunto la quota ex Unicredit posseduta in comproprietà (tramite Effeti) con Crt.

Entrambe creditrici di Fonsai, le due banche temono che l’azione di disturbo dei veneti possa aprire la strada ad altri investitori istituzionali, come la Sator di Matteo Arpe o alcuni hedge fund. Non a caso il titolo Fonsai ha chiuso la seduta di venerdì con un +10,12% e scambi pari al 5,2% del capitale, dopo un balzo da inizio anno di oltre il 100%.

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