(...) nei primi anni Novanta a completamento della fontana, gestito da Aster, è dotato di un impianto per il riciclo dellacqua che sfortunatamente «perde». Goccia dopo goccia, gli sprechi diventano imponenti come cascate, e assieme allacqua scorre via anche del denaro prezioso dalle casse comunali perennemente a secco. Le bollette che la pubblica amministrazione paga ammontano a 236.000 euro in un solo anno, quasi 400 milioni delle vecchie lire. La scintillante fontana che campeggia nel centro di Genova in realtà è diventata una vera e propria fonte, in tutto simile a quelle cristalline di montagna. Lacqua che quotidianamente sgorga da quelle bocchette, creando acrobatici giochi, in realtà non è sempre la stessa che attraverso limpianto di riciclo scende sotto la fontana per poi tornare alla luce del sole attraverso la forza di una corrente artificiale, ma è la stessa che sgorga dai rubinetti di ogni abitazione. La fontana perde acqua in tale quantità da aver costretto il Comune a chiedere ad Amga una fornitura annua che sfiora il valore di 400 milioni di lire. Aster tiene la bocca cucita, preferisce non pronunciarsi. Ad esporsi invece, ammettendo lo «spreco» è lassessore alla politica delle acque Valter Seggi. Un po dimbarazzo, ma davanti allevidenza esce la confessione e linevitabile corsa ai ripari. «Il Comune - dice Seggi -, provvederà al più presto ad adeguare gli impianti e per risparmiare lacqua siamo intenzionati a chiudere le fontane durante le ore notturne».
Da oggi quando i genovesi passeranno al fianco di quei luccicanti giochi dacqua sapranno che tra ogni singola gocciolina cè spazio per lennesimo spreco del Comune.
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