Formigoni attende il verdetto: «Penati? Non si faccia illusioni»

Una giornata in stand by per il presidente della Regione Roberto Formigoni e candidato numero uno del listino del Pdl. È attesa per oggi, infatti, la sentenza della corte d’appello in merito al ricorso presentato contro l’esclusione della sua lista per le regionali del 28 e 29 marzo.
A depositare il dossier di 12 pagine, poco prima di mezzogiorno, il coordinatore lombardo del Pdl Guido Podestà, il suo vice Massimo Corsaro e il coordinatore nazionale Ignazio la Russa. E proprio sulla presenza del ministro La Russa che si consuma il battibecco con il l’avversario, ovvero il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Filippo Penati, anche lui finito nel mirino dei Radicali per presunte irregolarità nelle firme. «Formigoni è talmente tranquillo - ironizzava in mattinata Penati riferendosi alla presenza di Ignazio La Russa in corte d’appello - che ha sentito l’esigenza di far intervenire l’esercito». «Lo sanno anche i bambini - replica secco Formigoni - che La Russa è il coordinatore nazionale del Pdl. Penati non sa più a cosa attaccarsi, ma un suggerimento potrei darglielo io». Scaramucce elettorali che non riescono però a guastare il buon umore e l’ottimismo del governatore.
«Abbiamo presentato un’istanza di riesame - spiega Corsaro - e l’esposto è stato argomentato in base a sentenze precedenti che dimostrano come le firme siano perfettamente regolari». E se Corsaro si dice ottimista, va oltre lo stesso governatore che si definisce «sereno e ottimista». «Sono il presidente candidato perfettamente regolare - ha ribadito ieri mattina all’inaugurazione del nuovo ambulatorio di prevenzione dell’Asl di Milano - la legge è stata modificata da alcune sentenze del Consiglio di stato e del Tar e nella raccolta firme per le liste, certi timbri e orpelli non sono affatto indispensabili».
Liste bocciate in Lombardia e consegnate in ritardo in Lazio, c’è qualche problema all’interno del Pdl? «Assolutamente no - ribadisce alla festa degli anziani al Palalido il presidente - Nel partito c’è la consapevolezza di essere sempre al meglio nel governare i nostri territori e nel fare le proposte di programma». Sorriso smagliante fin dal primo mattino, si presenta in abito grigio, camicia scura e cravatta argentata Gucci. Eliminati gli istituzionali mocassini, ieri il presidente in snaker di vernice si è esibito in un giro di valtzer con il sindaco per dimostrare ancora una volta di essere sereno, anche nei confronti di Letizia Moratti, dopo gli attriti dei giorni scorsi.
Il governatore incassa il sostegno anche da un gruppo di universitari, arrivati con uno striscione in piazza Cinque Giornate, a poche decine di metri dal tribunale. «Siamo semplicemente un gruppo di studenti universitari, siamo qui per difendere la libertà di esprimere le nostre idee. Con l’esclusione della lista di Formigoni, da cui noi ci sentiamo rappresentati, e anche quasi tutti i cittadini lombardi, ci sentiamo privati del diritto di votare. Così non è democrazia», spiega Federico, 22 anni.

«È una manifestazione non programmata, dopo le notizie di due giorni fa vogliamo far sentire la nostra voce - spiega Andrea, un altro dei manifestanti -, sentivamo il bisogno di manifestare i nostri diritti ma non abbiamo certo intenzione di bloccare il traffico o infastidire, staremo qui fino alle 16».

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