Va bene, andiamo avanti così. Che il Circus si faccia di nuovo ridere addosso. Siamo passati dalla Formula 1 spiona del 2007 a quella arrabbiata del 2008, a quella tarocca dello scorso anno e ora, massì, rispolveriamo il leit motiv buono per tutte le stagioni motoristiche e lanciamo lallarme per la Formula noia vista in Bahrein. Tanto non si sbaglia.
Va bene, avanti così, come se il mondo che corre a trecento allora fosse un malato grave e i manager, i piloti, gli spettatori tanti medici al capezzale che sarrabattano per trovare la cura che non cè. Perché ognuno deve farsene una ragione: la for-mu-la-uno-è-que-sta! Lo è sempre stata, anche quando chi oggi critica magari era solo un ragazzino. Ora cè Schumi che manifesta nostalgia per le corse con i rifornimenti e le strategia al millesimo e i sorpassi da fermo («adesso si parte, si arriva e se non si sbaglia non ci sono sorpassi, sarà una noia senza rifornimenti», ha detto)? Ci mancherebbe non lavesse fatto: il grande tedesco, sulla sua fenomenale regolarità e capacità di garantire tempi sul giro da favola prima e dopo i pit-stop, ha costruito la sua fortuna. Per cui è ovvio che rivoglia qualcosa di più simile ai tempi che furono. E poi, a chi sallarma per i Gp noiosi va detto che certe corse epiche del lontano passato erano tali solo perché, purtroppo, di tanto in tanto accadeva che un Ascari finisse nel porto di Montecarlo, che un Peterson carambolasse con altri alla partenza di Monza, che un Villeneuve-padre volasse via.
Sangue e arena, epica e romanticismo delle corse, la F1 di una volta era questa; poi, certo, cerano anche i sorpassi, poi, certo, cerano campioni che stupivano e dominavano; poi, certo, accadeva che trionfassero un po troppo spesso e ieri come oggi si tuonasse che noia e che noia. Però, erano molte più le volte in cui lopinione pubblica tuonava sulla crudeltà dei Gp e lassurdità del morire in pista. Enzo Ferrari ne sapeva qualcosa in merito. Invece ora che la F1 è diventata uno sport più cristiano eccoci a parlare di noia. Persino Alonso, il vincitore di ieri laltro, lunico autore di un sorpasso in Bahrein, ha sottolineato che «l'intera gara si esaurisce in due soli momenti chiave: le qualifiche e la partenza. Il resto non c'è. Dopo la prima curva le posizioni sono decise e non resta che mettersi in fila ed aspettare che succeda qualcosa». La sua, però, sa più di nostalgia per le abitudini passate: infatti nelle scorse stagioni il pilota era in fila, poi si dava una sveglia al pit stop, quindi tornava da bravo soldatino di nuovo in fila.
La verità è che la F1 sta alle moto ormai diventate un costante termine di paragone di chi sostiene che di là eccome se ci si diverte... come il calcio sta al basket. Fra laltro, giusto per dare a Cesare ciò che è di Cesare, questo paragone non è di un pincopalla qualsiasi bensì di Schumi, stanco, qualche anno fa, di sentirsi sempre dire ma quanto è noioso il tuo sport, molto meglio Valentino Rossi & company. Tanti canestri nel basket - diceva -, uguale tanti sorpassi; qualche gol nel calcio, a volte noiosi pareggi, a volte reti inviolate uguale i pochi sorpassi della F1. Questo è quanto.
Eppoi, tifando il giusto: ma proprio adesso che la Ferrari parte a razzo e pronti e via ci regala una doppietta, proprio adesso dobbiamo manifestare puzza sotto il naso e dire che era meglio prima? Forse che nel Duemilaesette, otto, nove ci strappavamo le vesti estasiati per le manovre dei piloti? Suvvia
Meno male che Stefano Domenicali, team principal della Ferrari, invita alla prudenza. «Prima di trarre delle conclusioni vorrei aspettare qualche altro Gp.
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