Forza Italia: una campagna di odio Per l’Udc «è un attacco al Vaticano»

da Roma

No ai Dico, no pure al corteo organizzato dall’Arcigay. Per il centrodestra infatti è in corso «una pericolosa operazione mediatica» che vuole non solo legittimare le famiglie omosessuali ma anche «attaccare il Vaticano». Forza Italia parla di «campagna di odio contro chi difende il matrimonio». La Lega di un esecutivo e di una maggioranza che si stanno facendo del male da soli. «Alla manifestazione - dice Roberto Castelli, capogruppo del Carroccio al Senato - prenderanno parte alcuni membri del governo, mentre altri ministri sono contrari. C’è grande confusione, non sanno dove andare, e la gente lo ha capito».
«Oggi - afferma Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Fi - scende in piazza una minoranza, la comunità degli omosessuali, l’unica realmente interessata all’approvazione dei Dico. Le coppie di fatto eterosessuali non parteciperanno alla dimostrazione di Roma perché non interessate a una legge ridicola, bocciata al Senato persino dal relatore di maggioranza. La sinistra radicale, assolutamente marginale nel Paese, tiene in ostaggio un esecutivo indeciso, debole, sgangherato. C’è una campagna di odio e non dobbiamo stupirci se qualche testa calda lascia scritte minatorie contro parlamentari moderati o se un ministro deve lasciare una trasmissione tv faziosa».
Secondo Antonio Ciocchetti, Udc, «si è scatenata una vera e propria task-force sui Dico». Due, spiega, le finalità: «Prima, il riconoscimento giuridico delle coppie gay. Seconda, attaccare il Vaticano, le alte gerarchie ecclesiastiche. Quanti insulti si è preso nei giorni scorsi il cardinale Ruini? È incredibile il livello di acredine e di arroganza nei confronti di chi afferma una realtà incontrovertibile, che la famiglia è quella fondata sul matrimonio, punto e basta».
Ma poter sfilare non è comunque una prova di democrazia? «In realtà quella di oggi - risponde Angelino Alfano, Forza Italia - non è partecipazione democratica ma una operazione d’immagine che evidenzia un paradosso: la famiglia, delicato microcosmo di una proiezione più ampia che è la società, subisce un attacco alle sue radici». E i diritti civili, aggiunge, non c’entrano: «Quelli da garantire ai conviventi possono anche essere contemplati dal codice, ma resterebbero comunque cosa ben diversa dal matrimonio e dal riconoscimento giuridico delle coppie omosex. Il nostro è sì un Paese laico, ma che si regge su principi etici di carattere assoluto».
Chiara Moroni sarà «criticamente» in piazza Farnese. «L’iniziativa della comunità omosessuale dimostra che i Dico sono uno strumento inadeguato frutto di un compromesso al ribasso. I ministri che manifestano - insiste la vicecapogruppo di Fi - evitino di cavalcare la piazza e lavorino perché il governo ritiri il disegno di legge per consentire un dibattito libero per garantire una reale estensione dei diritti ai gay».
Pure Benedetto Della Vedova andrà al corteo.

«Si può stare nella Cdl di Berlusconi - sostiene il presidente dei Riformatori liberali - rifiutando i rigurgiti omofobici. Il centrodestra italiano non può restare, unico al mondo, quello del “no sempre e comunque” al confronto con i gay e le loro rivendicazioni».

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