«La linea di Forza Italia sulla questione dei rom non può che essere quella che sta seguendo lassessore ai Servizi sociali, Mariolina Moioli». Accoglienza e legalità, dunque, sono le parole dordine che anche il consigliere comunale di Fi Alberto Garocchio fa proprie e traduce ai colleghi di partito.
Eppure siete divisi, sembra che a pensarla come la Moioli siate rimasti in pochi.
«Non mi interessano le fughe in avanti di alcuni esponenti del mio partito, dal capogruppo Giulio Gallera allassessore Tiziana Maiolo, con le loro uscite non risolvono niente, non abbiamo gli strumenti per allontanare i rom e non possiamo raccontare bugie ai cittadini. E don Colmegna non è un politico, ma unoperatore sociale del territorio. A me interessa solo che Forza Italia assuma una posizione unitaria e netta, che al momento non cè».
Dice poco...
«Non voglio un partito che vada al buio. Serve al più presto un un vertice in cui si assuma una posizione a maggioranza, sono pronto ad adeguarmi se non sarà quella che condivido. Dopo, si va dal sindaco e le si fa presente la linea del partito. Ma bisogna piantarla con la ricerca del consenso, con questo ballare di Fi tra posizioni estremistiche, troviamo una posizione su cui confrontarci con Letizia Moratti e con il resto della maggioranza. Forse non troveremo laccordo con la Lega, più facile che accada con Alleanza Nazionale».
E quale dovrebbe essere la posizione?
«Intanto, il problema rom non è solo italiano, coinvolge anche Spagna, Francia, Germania. Concordo con lassessore Moioli: anche in vista dellExpo, dobbiamo dare il segnale allUnione Europea che Milano è in grado di accogliere dignitosamente un certo numero di rom, lesempio di quanto abbiamo fatto a Triboniano ci nobilita. Ma non possiamo accogliere più di duemila nomadi, oltre questo limite devono farsi carico Regione e Provincia del problema, trovare luoghi fuori città».
Il sindaco cosa può fare?
«Deve fare pressioni sul Governo, insistere perchè il ministero degli Esteri attivi un canale con Bucarest, in modo che gli ingressi siano contingentati, vogliamo ridurre il numero.
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