I camerati più giovani sono i diciannovenni genovesi Ismaele Mercenaro, Manuel Bertacchini e Nicolò Siliberti. Quelli più anziani i quasi ottantenni Elio Bertello, di Camogli, e Bruno Rossi, di Villafranca Lunigiana. Il candidato sindaco al Comune di Genova è Angelo Riccobaldi, quello alla presidenza della Provincia di Genova Mario Troviso. Programma e liste di Forza Nuova, che contano una novantina di candidati in totale, sono stati presentati ieri mattina nella sede del partito in piazza Giusti. Le scorse elezioni Forza Nuova aveva raccolto lo 0,3 per cento per la corsa a Palazzo Tursi e lo 0,6 per cento per conquistare un seggio alla Provincia, obiettivo non raggiunto. Alle scadenze di maggio il partito era stato anche contattato dalla coalizione di centrodestra per correre insieme. «Cassinelli mi aveva invitato - spiega Riccobaldi - per valutare il nostro appoggio. Abbiamo ascoltato le loro proposte chiedendo di conoscere il nome sul quale riflettere e discutere. Tuttavia abbiamo saputo soltanto dai giornali che la scelta era caduta su Musso. Quindi mi sembrava coerente presentare una lista in piena autonomia. Non puntiamo soltanto al raddoppio dei voti. I numeri ci interessano, ma quello che ci preme è comunicare il nostro programma e i progetti come quello della moneta comunale del popolo».
Sono giudizi severi quelli del coordinatore di Forza Nuova. «Musso - dice Riccobaldi - è un Suriani due. Nel senso che il Polo, con Suriani, era riuscita perfino a perdere il collegio 10, forse l'unico in tutta la città tradizionalmente a destra. La candidatura di Musso rappresenta un fallimento di una classe dirigente del centrodestra non in grado di coagulare intorno a sé e quindi esprimere un uomo forte per almeno competere numericamente alla pari con il centrosinistra. Forza Nuova non avrebbe comunque sostenuto un liberale come leader della coalizione». Le proposte di Forza Nuova partono con l'abolizione delle tasse locali con l'istituzione e la libera circolazione sul territorio di una moneta di reale proprietà del portatore e non, come l'Euro, di proprietà delle banche, e cioè dei privati, Banca d'Italia compresa. La moneta sarà, secondo i piani di Riccobaldi, emessa e gestita dal Comune e sarà accreditata e non addebitata ai residenti come reddito di cittadinanza.
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