da Roma
Non c’era competizione ieri, tra le piazze di Roma e di Milano, tra sindacati autonomi e confederali. Non c’era rivalità, tra polizia e carabinieri. E si sono uniti tutti: anche la Finanza, il corpo forestale, i vigili del fuoco, le guardie penitenziarie. Gli uomini che tutelano lo Stato da criminalità, terrorismo, incendi. Gli uomini della sicurezza. Tutti in piazza, a Roma e a Milano, per dire: mancano i soldi. E quindi: meno soldi, meno sicurezza.
Centomila manifestanti a Roma, ventimila a Milano, e per una volta le forze dell’ordine non hanno contestato i dati sulla partecipazione, perché arrivavano proprio dai colleghi: poliziotti e militari. Si protesta contro i tagli in Finanziaria: le pattuglie che diminuiscono, le auto da riparare, le autobotti senz’acqua, le scuole specializzate che chiudono, gli straordinari non pagati. Per la polizia dopo 10 ore lo straordinario diventa gratis, e non importa «se stai arrestando qualcuno». Quasi due miliardi di euro in meno in due anni, 821 milioni di euro di tagli solo nell’ultima Finanziaria.
È la prima volta che i militari scendono in piazza come presenza di massa e non con adesioni singole, esponendo i loro striscioni «non autorizzati». Lo hanno fatto anche per ottenere una rappresentanza sindacale. Rischiano un procedimento interno: «In teoria è così, volendo anche davanti al tribunale militare - spiegava il luogotenente Salvatore Trinx, del Cocer della Finanza - ma è indicativo della durezza con cui ci opponiamo ai tagli di questo governo». Anche a costo di venire processati.
«Prodi ci hai ridotto all’osso!», è stato uno degli slogan dei cortei. E dall’Unione nessuno ha obiettato. Poco rincuoranti le dichiarazioni del Guardasigilli Clemente Mastella: «Non ci saranno mai forze di polizia sufficienti a sgominare completamente il male». Più collaborativo il ministro dell’Interno Giuliano Amato: «La manifestazione di oggi pone problemi reali». I fondi in Finanziaria, ha ammesso, sono attualmente «insoddisfacenti». E ha annunciato il probabile reinserimento nel dibattito alla Camera di «69 milioni per il ripristino degli straordinari».
Silvio Berlusconi ha scritto un messaggio ai manifestanti per esprimere la vicinanza «a voi, senza il minimo dubbio: un principio deve esser chiaro - ha sottolineato -: fra i carabinieri e i manifestanti violenti di Genova noi siamo dalla parte dei carabinieri, fra la polizia e i teppisti fuori dagli stadi noi saremo sempre dalla parte degli agenti». Questo governo, ha attaccato, «ha permesso una campagna denigratoria delle Forze dell’ordine fino al tentativo di istituire una commissione d’inchiesta sul G8 di Genova». Una commissione che rischierebbe di diventare «un plotone di esecuzione contro i tutori della legge».
«Mi piacerebbe che qui in piazza ci fossero anche Berlusconi e Veltroni», ha risposto Pier Ferdinando Casini, al corteo romano.
Ma gli slogan intorno a lui non parlavano di loro, piuttosto di numeri, problemi, soldi che mancano: «Il diritto alla sicurezza non è di sinistra o di destra: è di tutti», si leggeva su un cartello. Finale di manifestazione sotto le finestre del Viminale. In prima fila lo striscione della rabbia: «E ce tocca pure scortarli!».
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