Foschi: «Genova e Savona un unico porto»

«Non torneremo fino al 2008, ma abbiamo dato 2 miliardi a Sestri Ponente»

Foschi: «Genova e Savona un unico porto»

Vito de Ceglia

«Genova e Savona: un unico porto». Pierluigi Foschi, presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, non ha dubbi: «Sarebbe controproducente e irrazionale pensare il contrario. Si deve ragionare in un’ottica di sistema e non di antagonismo. D’altronde, è quello che accade nei grandi porti internazionali, in particolare del Nord Europa, dove le dimensioni degli scali non sono così lontane dalla distanza che unisce Genova a Savona. Detto questo, non possiamo prescindere dagli aspetti infrastrutturali e dei servizi, nevralgici per valorizzare tutta la costa ligure».
Parte da qui il numero uno di Costa Crociere. Parla di sistemi portuali, argomento tornato da qualche mese di grande attualità. «Ora, però, alle parole devono seguire i fatti» taglia corto Foschi. Che reagisce con insofferenza, quando l’attenzione si focalizza sul possibile ritorno di una parte delle navi della compagnia cruise a Genova. Un capitolo chiuso, almeno fino al 2008. «Sino a quella data non ci saranno prospettive di rientro» ribadisce.
Anche se il presidente di Costa, quasi a minimizzare le recenti incomprensioni con la città e le sue istituzioni, puntualizza: «Sia chiaro, non siamo andati via da Genova. La nostra sede è qui, diamo lavoro a molte persone e abbiamo dato commesse per due miliardi di euro al cantiere di Sestri Pontente».
Fino al 2008, tutto fermo. Ma, nel frattempo, avete già iniziato ad aprire un confronto con l’Authority e le istituzioni locali per un vostro rientro?
«In questo momento no. La situazione è in stand by».
E l’ipotesi, in prospettiva, di un vostro insediamento a Ponte Parodi è sempre valida?
«Abbiamo esaminato il progetto fino a un certo punto. Abbiamo dato il nostro input tecnico-operativo, poi tutto si è fermato. Non è stato fatto nessun passo in avanti. Poi, nessuno ci ha mai proposto che Ponte Parodi diventasse un terminal per Costa Crociere. Inoltre, ci sono state delle crescenti opposizioni sul progetto di un terminal crocieristico gestito da compagnie di settore».
Le opposizioni persistono? È ancora possibile, secondo lei, creare, alla stregua di Napoli e Civitavecchia, una nuova società costituita e controllata solo da armatori di crociere e parallela a Stazione Marittime Spa?
«È una domanda cui non so rispondere. Come ha ricordato lei, a Napoli e a Civitavecchia è accaduto. In particolare nel porto romano, gestito da tre operatori cruise, l’esperimento ha avuto un importante successo, in termini sia di investimenti sia di sviluppo. A Genova abbiamo trovato molte resistenze, anche da parte di chi opera insieme a noi in altri porti italiani (la Msc di Gianluigi Aponte, ndr). Ma non posso commentare le scelte imprenditoriali di altri armatori».
Però può commentare l’indifferenza dimostrata dalle istituzioni genovesi nei confronti della sua compagnia. È rimasto deluso?
«No, ormai non più. Sono rimasto deluso quando, nel 1999, ho chiesto di realizzare a Genova un certo tipo di progetto, che non siamo riusciti a portare avanti».
Di chi è stata la colpa?
«Non credo si possano ricercare i colpevoli. Credo, invece, che sia mancato l’interesse per realizzare un progetto di medio-lungo termine».
Progetto che non si è fatto scappare Savona...
«Savona è un esempio di successo imprenditoriale pubblico-privato. Abbiamo trovato amministratori molto lungimiranti e aperti. Adesso stiamo ampliando gli investimenti e presto sarà messo in cantiere un nuovo approdo per navi più grandi».
Lei, a più riprese, ha sottolineato la necessità, per il porto di Genova, di costruire subito un nuovo bacino di carenaggio che sia capace di ospitare le navi più lunghe. L’Authority ha assicurato che arriverà entro tre anni. Soddisfatto?
Foschi ride. «Soddisfatto? Assolutamente no. Va malissimo, perché il sesto bacino lo aspettiamo da cinque anni. E averlo fra tre anni significa che ne abbiamo persi otto! Ricordiamoci che nella competizione il tempo è un elemento centrale. Detto questo, credo che Genova abbia perso in modo irreparabile, a vantaggio di altre realtà limitrofe, qualche buon cliente. Ed è un peccato, perché la qualità del lavoro delle riparazioni navali è molto buono».


Turismo: Genova è già una città turistica o lo è solo potenzialmente?
«Genova ha una buona propensione al turismo, è una città che attrae. Ma non ha l’attitudine al servizio che è di compendio al turismo. Senza qualità e servizi all’altezza non si può essere competitivi».

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