Fra i comuni del progetto Smart city c'è Belvì: quasi 700 anime che vivono alle falde del Gennargentu, nella provincia sarda di Nuoro. «Il nostro obiettivo è produrre il 20% della nostra energia da fonti rinnovabili entro il 2020», spiega il sindaco Rinaldo Arangino.
Sindaco, come pensate di raggiungere questo target?
«Lavoriamo in questo senso già dal 2006, quando abbiamo iniziato a sostituire l'illuminazione pubblica con lampade Led più efficienti e sostenibili. Oggi tutto il nostro centro storico è illuminato in questo modo. Siamo passati da 150 watt per lampada agli attuali 55 watt, senza rinunciare all'efficienza. Le bollette sono più leggere e coi soldi risparmiati possiamo incentivare altri servizi».
Cosa altro state facendo?
«La nostra scuola elementare è già alimentata con un impianto fotovoltaico da 17 kilowatt che le permette di essere completamente autonoma dal punto di vista energetico. L'energia prodotta in eccesso permette di riscaldare anche il vicino centro congressi e di illuminare la palestra all'aperto che utilizziamo soprattutto di sera. Si illuminano in modo autonomo anche il municipio, con un impianto solare da 8 kilowatt e 80, e il museo di scienze naturali, con un altro impianto da 6 kilowatt e 60».
Avete in progetto altri interventi futuri?
«Naturalmente sì. Abbiamo in programma di installare due piccole pale eoliche ad assetto verticale nella scuola in modo da produrre energia per i locali della ludoteca. Ogni palo avrà una potenza di quattro kilowatt. Inoltre stiamo definendo un nuovo Piano energetico con la Regione per sostituire un'altra parte dell'illuminazione pubblica con sistemi a led. L'obiettivo è arrivare al 60 per cento di illuminazione green per quanto riguarda il complesso dell'abitato, e al cento per cento per quanto riguarda le strutture pubbliche».
E sul fronte riscaldamento?
«Abbiamo in programma di sostituire le caldaie a gasolio con impianti a biomassa o a cippato, che deriva dalla tritatura del legno ed è quindi molto abbondante nella nostra zona. I nuovi impianti saranno installati nel municipio, nella scuola, nella chiesa e nell'asilo pubblico. Inoltre abbiamo progettato la realizzazione di una centrale di cogenerazione da 150 kilowatt a biomassa o a cippato per produrre e anche vendere energia elettrica agli impianti comunali e alla popolazione, e per riscaldare le abitazioni».
Avete programmato degli incentivi?
«Certamente sì. Concediamo alle famiglie contributi per la sistemazione delle facciate e degli infissi, per evitare la dispersione del calore. Introdurremo anche il cosiddetto cappotto termico, che consiste nel migliorare la coibentazione delle case».
Cosa cambierà nella mobilità?
«Molti mezzi pubblici diventeranno elettrici. Succederà, per esempio, con lo scuolabus che sarà sostituito da un mezzo elettrico. Proprio per rendere tutto più facile abbiamo in programma di installare le colonnine che permetteranno di ricaricare queste vetture. Ma non basta, perché senza cambiare abitudini non si va molto lontano».
E come farete?
«Abbiamo organizzato un corso di educazione civica per insegnare alle famiglie quanto potrebbe essere importante e conveniente accompagnare a piedi i bambini che devono andare a scuola.
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